Cresce il rapporto economico tra Qatar e Italia, ma il paese del golfo intreccia quotidianamente nuovi rapporti commerciali in tutta Europa e parallelamente investe in moschee e centri culturali.
La notizia da più parti viene raccontata, ma spesso i mass media nega pure l’evidenza al punto che per molti il Qatar sembra sia un paese aperto al moderatismo islamico, ma invece la verità è ben diversa.
L’impulso per affrontare nuovamente questo argomento avviene a seguito dell’uscita in Francia del libro Qatar Papers, una cartografia del proselitismo condotto dalla Qatar Charity realizzata da due giornalisti, Christian Chesnot e Georges Malbrunot.
Un inchiesta che si basa su documenti confidenziali originali, che nel volume vengono divulgati per la prima volta e illustrano dettagliatamente come il regime di Doha finanzia l’estremismo in Europa.
La denuncia squarcia un silenzio vergognoso sul ruolo della Qatar Charity nel finanziare la costruzione di moschee in tutta Europa, Italia compresa, da affidare agli imam e ai militanti fondamentalisti della Fratellanza islamica.
Anche in Italia si è alzata la voce su questi strani rapporti economici e politici con Qatar e Arabia Saudita ma troppo spesso vengono silenziati.
Souad Sbai, giornalista ha scritto un libro “I Fratelli Musulmani e la conquista dell’Occidente. Da Istanbul a Doha, la linea rossa del jihad”, dove si illustra nel particolare i legali tra Isis, terrorismo e Qatar.
Racconta delle migliaia di moschee (legali e soprattutto illegali), degli pseudo-centri culturali e di preghiera, dei luoghi di aggregazione sociale dove i Fratelli musulmani, grazie al supporto finanziario del Qatar, indottrinano e radicalizzano i giovani della seconda e terza generazione.
Ma in tutto questo la politica italiana e sarda non vede, non guarda e non sente, insomma un silenzio colpevole, tanto l’importante sono i soldi.
Da Cappellacci a Pigliaru fino a Solinas i rapporti con i qatarioti non cambia e pagheremo caro questo vergognoso appiattimento sui finanziatori del terrorismo jihaidista.
Noi ve l’abbiamo detto, ma ora fate voi!
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