Non gradì i rimproveri per le sue assenze ingiustificate e così preparò la sua vendetta distribuendo, tra la Trexenta e tutta la provincia del Medio Campidano, volantini diffamatori nei confronti di un’Ispettrice del Corpo forestale, sua superiore.
I fatti risalgono al 2010, ma solo il 30 maggio la Corte d’Appello ha condannato in secondo grado per diffamazione a mezzo stampa e per calunnia un ranger della Forestale.
La vicenda
Agosto 2010. Dopo la scoperta dei volantini diffamatori nei confronti dell’ispettrice, partono le indagini da parte del nucleo investigativo del Corpo Forestale-Ispettorato di Cagliari, coordinate dal Pubblico Ministero dottoressa Liliana Ledda. Grazie ai filmati e alle testimonianze, emerge il nome del ranger colpevole della distribuzione di volantini e adesivi diffamatori. Scatta la perquisizione nel suo ufficio: l’uomo finge un malore e accusa ufficiali e investigatori di averlo trattenuto con la forza e denunciandoli per violenza privata.
2012. Il ranger accusa l’Ispettrice, sua ex comandante, di aver omesso la denuncia di una discarica di rifiuti a Siurgus Donigala, e sporge denuncia ai carabinieri.
A conclusione delle indagini preliminari, l’uomo è rinviato a giudizio con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa – per la distribuzione dei volantini denigratori – e di calunnia nei confronti del suo ex comandante e degli Ufficiali che accusò di violenza privata.
2017. L’imputato viene condannato in primo grado per il reato di diffamazione e assolto per quello di calunnia.
La condanna in Appello
2019. Il 30 maggio la Corte d’Appello di Cagliari conferma, inasprendola, la sentenza di primo grado per diffamazione e ribalta l’assoluzione per calunnia. Il ranger viene condannato a due anni e due mesi di reclusione, a 900 euro di multa, al pagamento di tutte le spese legali del primo e secondo grado di giudizio e al risarcimento di 2100 euro alla principale vittima.
Ora l’imputato rischia il licenziamento dal posto di lavoro.