E’ partito in Antartide il progetto più ambizioso di sempre per ricostruire la storia del clima: si chiama Beyond Epica-Oldest Ice e punta a raccogliere e analizzare campioni di ghiaccio antichissimi per ricostruire la storia delle temperature nell’ultimo milione e mezzo di anni. Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, il progetto riunisce 16 istituzioni di dieci Paesi coordinate dell’Italia, con Carlo Barbante, dell’Università Ca’ Foscari Venezia e ricercatore associato dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isp).
Per l’Italia partecipano inoltre Enea, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv)e le Università Ca’ Foscari di Venezia, Milano Bicocca, Bologna, Firenze, Siena. Le attività si svolgono nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), attuato dal Cnr per la programmazione e il coordinamento scientifico e dall’Enea per gli aspetti logistici.

I dati che si attendono da Beyond Epica sono “necessari a comprendere a fondo il sistema climatico”, ha osservato Barbante. Permetteranno inoltre di migliorare i modelli di previsione dei cambiamenti climatici futuri. A fare il primo passo in questa direzione era stato il progetto Epica, concluso nel 2008, che aveva recuperato e studiato una carota di ghiaccio di 800.000 anni fa.

La perforazione di Beyond Epica potrebbe fornire dati inediti sull’andamento di gas serra, come anidride carbonica e metano, nel periodo compreso tra 900.000 e 1.2 milioni di anni fa, la cosiddetta Transizione del Pleistocene Medio, quando gli intervalli tra le ere glaciali e periodi caldi erano passati da 41.000 a 100.000 anni.

Finora gli unici dati su questa periodicità sono arrivati dai carotaggi marini, ma le carote di ghiaccio potrebbero per la prima volta aiutare a capire il perché dei cambiamenti. Il sito della perforazione si chiama Little Dome C e si trova a 40 chilometri dalla base italo-francese Concordia. E’ fra i luoghi più aridi del mondo, dove la neve si accumula lentamente, creando bolle d’aria che imprigionano la composizione atmosferica. Nelle campagne antartiche 2019-20 e 2020-21 si prevede di allestire il campo, in modo da partire nel 2021-22 con la perforazione vera e propria; la conclusione è prevista nel febbraio 2024, quando si prevede di raggiungere la profondità di 2,7 chilometri.