Ripresa l’udienza davanti alla giudice del Tribunale dei minori di Cagliari, il teste Nicola Caboni, ammonito per reticenza, alla fine ha confermato il contenuto dei verbali degli interrogatori resi alla Procura della Repubblica di Oristano dopo il suo arresto e quello dei complici.
“Siamo scesi al lago per dare una lezione, ma non volevamo uccidere Manuel. Ho aiutato a nascondere il cadavere per amicizia”: queste le dichiarazioni in aula di Caboni, secondo quando riferito dai suoi difensori perchè il processo si svolge a porte chiuse e con rito abbreviato. La lezione a cui si riferisce il teste è legata al movente del delitto: una piccola partita di hascisc non pagata da Manuel. Testimonianza e verbali sono stati acquisiti agli atti.
La giudice Michela Capone ha quindi rinviato l’udienza al 26 giugno per la requisitoria della procuratrice minorile Anna Cau e della sostituta Grazia Manganiello. Poi la parola passerà ai difensori Gianfranco Siuni e Giancarlo Frongia.
La mamma e il papà di Manuel Careddu, assistiti dai legali Luciano Rubattu e Gianfranco Piscitelli, anche oggi erano presenti in aula: possono assistere al processo ma non intervengono con i propri avvocati perché nel procedimento minorile non è ammessa la costituzione di parte civile.