Pioggia di no sulla “nuova offerta” illustrata ieri da Theresa May sulla Brexit in vista della legge di attuazione dell’uscita dall’Ue (Withdrawal Agreement Bill) attesa ai Comuni per inizio giugno. Le sue concessioni verso l’opposizione laburista – inclusa la disponibilità a consentire ai deputati di ripronunciarsi su un ipotetico referendum bis – non le sono valse finora aperture da quel lato della barricata, mentre stanno rafforzando il dissenso interno contro di lei, e le richieste di sue dimissioni, in casa Tory. Stamane è stata resa nota una lettera a Jeremy Corbyn in cui May scrive d’aver dimostrato la sua “volontà di compromesso” e sfida il leader del Labour a fare lo stesso. Ma l’atmosfera, viziata pure dallo scontro elettorale alla vigilia del voto britannico per le Europee, è persino peggiorata per lei. Mentre il ministro dell’Ambiente non esclude uno slittamento del Withdrawal Agreement Bill oltre il 3 giugno.