“E’ inutile che ti dai da fare, tanto in Israele non ci arrivi” oppure “Tanto muori come morirà mio padre”. Sono alcuni dei macabri messaggi rivolti sui social a Paolo Palumbo, il giovane chef oristanese malato di Sla che da settimane sta conducendo una battaglia per ottenere la terapia sperimentale Brainstorm adottata negli Usa e in Israele.
La denuncia arriva dal fratello su Facebook: “Per la prima volta oggi non sarà Paolo a scrivere un post ma io, suo fratello Rosario. E’ con grande rabbia che comunico un momentaneo allontanamento di Paolo dai social network per tranquillizzarsi, dovuto alle ripetute offese e minacce che ha ricevuto nelle scorse settimane, sia tramite attacchi privati che pubblici.
Abbiamo saputo che ci sono delle chat private in cui dei gruppi di persone si divertono ad insultare l’operato di Paolo e si mettono d’accordo per trovare il modo di demolire agli occhi degli altri ogni sua azione. E’ giusto che questa gente sappia che ogni atto diffamatorio documentato avrà le conseguenze che merita, perché la legge è uguale per tutti e la cattiveria gratuita ai danni di un giovane nelle sue condizioni non può essere giustificata”.