Non si scioglie ancora il nodo del prezzo dell’energia nell’ambito della vertenza sul riavvio dello stabilimento ex Alcoa, oggi Sider Alloys, di Portovesme, nel Sulcis. Il vertice al Mise, al quale hanno partecipato, oltre al governo e alla Regione Sardegna, con il governatore Christian Solinas, anche l’azienda, l’Enel e i sindacati, non ha dato le risposte attese.
In un tavolo ristretto (governo-Enel-Sider Alloys) relativamente agli accordi presi lo scorso anno è emerso che il costo dell’energia sarebbe più alto di 15 euro a MW che per la fabbrica di Portovesme significherebbero 30 mln di euro su base annua. Così il Governo ha chiesto di studiare soluzioni alternative e, in particolare all’azienda, di rivedere alcuni numeri. “Siamo disponibili ad affrontare il problema da subito ma bisogna fare in fretta – dice all’ANSA Franco Meloni, direttore del personale della Sider Alloys – se ci riconvocano stanotte, noi siamo qui a Roma”.
Il nodo energia è fondamentale per un’azienda “energivora” quale quella dell’alluminio primario per la quale il 42% dei costi riguarda questo fondamentale tassello.
“La gestione della vertenza Alcoa da parte di Di Maio è semplicemente indegna. Anche oggi non si è presentato al tavolo al Mise delegando tale Sorial che in vita sua non ha mai gestito una crisi aziendale. Fare il Ministro vuol dire anteporre il lavoro al Ministero a qualsiasi appuntamento di campagna elettorale. Mesi fa avevo detto a Di Maio che se non aveva tempo per gestire Alcoa volentieri lo avrei affiancato. Rinnovo l’invito. Se non ha tempo per lavorare lasci fare a qualcun altro”. Lo dichiara l’ex ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda.
“Quanto accaduto oggi al Mise sulla questione ex Alcoa-Sider Alloys è disarmante. Ci troviamo in una situazione che è quasi paradossale con un progetto avviato e che ora, per la negligenza di chi governa, rischia di arenarsi”. E’ l’attacco sferrato dal segretario regionale del partito democratico sardo, Emanuele Cani, all’indirizzo del governo nazionale al termine del vertice a Roma. “È necessario che il Governo intervenga sulla questione che riguarda l’energia creando le condizioni perché la fabbrica di alluminio possa essere riavviata”, conclude.