Paolo Palumbo, il giovane chef oristanese che da più di tre anni combatte contro la Sclerosi laterale amiotrofica e che sta portando avanti la battaglia con il governo per poter accedere alla terapia sperimentale del Brainstorm, ha inviato una lettera al consiglio comunale di Oristano che suona come un atto di accusa alla politica e alle istituzioni.
“In questi anni di continue sofferenze – ha scritto nella missiva letta in aula dal sindaco Andrea Lutzu – molti esponenti di forze politiche ed economiche hanno promesso platealmente ‘Io ci sono’. Parole forti, eppure inconsistenti, che hanno fatto sì che la rabbia prendesse il posto della speranza. Ogni volta rimaniamo appesi a un bel discorso pronunciato da chi potrebbe migliorare le nostre condizioni, a promesse evanescenti, puntualmente dimenticate, eterna conferma di quanto sia facile dimenticarsi di noi”.
Con grande dignità, Palumbo, rivolgendosi direttamente “alle istituzioni e a coloro i quali dovrebbero tutelare chi è colpito da un’invalidità”, chiede di “non essere indifferenti” nei confronti delle “persone che come me si trovano impossibilitate a badare a se stesse se non attraverso l’aiuto di qualcuno che, inevitabilmente, in un atto di coraggio inestimabile e in nome dell’amore, dà alla sua vita un a direzione diversa da quella che sperava”.
“Queste – osserva – sono le mie parole e questa è l’unica voce che mi rimane. Custoditele per sempre. Così che stare su una sedia a rotelle, intubati o relegati a un letto, non ci renda né più né meno di quello che siamo, agli occhi degli altri. E non ci privi della libertà di essere noi stessi”, conclude.