Lo scorso campionato la terzultima, il Crotone, concluse il campionato a 35 punti. Il Cagliari, con la vittoria di ieri con la Spal, è già a quota 36. Ma non è salvo: mancano sette partite e ci sono ancora in palio 21 punti. Si guarda un basso, ma si guarda anche in alto: il decimo posto, a sole tre lunghezze, è molto più vicino del terzultimo. Il tecnico Rolando Maran continua a non fare tabelle e non indica direzioni, ma dice solo una cosa: bisogna correre. Anche perché le differenze con la scorsa stagione sono evidenti: tutte le squadre coinvolte nella zona calda bene o male riescono a prendere punti anche alle squadre che lottano o lottavano per Champions ed Europa League.
Lo stesso Cagliari ha battuto Inter e Fiorentina, quando i viola erano ancora in corsa per l’Europa. Ma il pareggio di ieri del Genoa a Napoli, per giunta in dieci, è sintomatico. C’è da dire che il Cagliari ha capito subito come stavano andando le cose: gennaio e metà febbraio sono stati terribili. Dopo tre sconfitte consecutive la squadra di Maran ha tirato di nuovo fuori la testa con il primo due a uno casalingo di una lunga serie, col Parma. Dopo la caduta con la Samp a Genova è arrivata un’altra vittoria con l’Inter (2 a 1), poi la ricaduta con il Bologna. Quindi la svolta con la doppia vittoria con Fiorentina (ancora 2 a 1) e Chievo, interrompendo la serie negativa in trasferta. Messa in preventivo la sconfitta con la Juve, ma niente strascichi: ieri il Cagliari è ripartito dal classico 2 a 1 che ha caratterizzato le ultime quattro partite su cinque in casa.
La squadra sembra stare bene: con la Spal ha sofferto un po’ sul piano del gioco nel periodo dal gol del pari degli ospiti sino all’intervallo. La ripresa, alla fine, è stata senza storia: tre legni, un gol e una rete annullata, contro un’unica vera occasione della Spal con doppio salvataggio Cragno-Cacciatore. Ora il Cagliari va a Torino. Rinfrancato dalla vittoria di ieri e dall’ultimo successo in trasferta col Chievo. E in più dal fatto che ai granata mancherà Belotti.