Cresce il fatturato (+4,4%) ma non la redditività, mentre l’indebitamento è fermo, segno che l’accesso al credito rappresenta ancora un problema. E’ una fotografia con luci e ombre quella delle piccole e medie imprese del Sud che emerge dal quinto rapporto PMI Mezzogiorno 2019 di Confindustria-Cerved. Non che i dati non fossero prevedibili, ha sottolineato oggi a Cagliari il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che ha partecipato alla presentazione del dossier.
“Il rallentamento era noto, ma il problema non è discutere di decimali, quanto della capacità di reazione del Paese”, ha detto Boccia. Al momento, per le 30mila imprese che da sole valgono oltre 136 miliardi di fatturato e un valore aggiunto di quasi 32 mld, la situazione è critica: pesano un costo del lavoro tornato a crescere nel 2017 con un Clup al 69,8%, e poi gli incrementi di fallimenti (+5,3%) e di liquidazioni volontarie (+5,1%), segnali chiari che le aspettative di profitto da parte degli imprenditori peggiorano.
Eppure, “bisogna reagire – ha aggiunto Boccia – questo è il messaggio che vogliamo dare alla politica”. D’altra parte, “la politica dei governi italiani è sempre andata avanti per traumi, vediamo se questo rallentamento aiuterà questo governo a fare il salto di qualità”. Il modo c’è. “Una delle cose da fare è aprire tutti i cantieri del Mezzogiorno che deve diventare un laboratorio di attrazione di investimenti del Paese – sostiene il numero uno di Confindustria – si devono usare i fondi di coesione su due grandi assi, infrastrutture e competitività delle imprese”.
Una risposta importante potrà arrivare con lo sblocca cantieri. “Al governo stiamo chiedendo un decreto che non sia marginale ma sostanziale – aggiunge – secondo l’associazione nazionale dei costruttori ci sono opere di valore superiore ai cento milioni con un impatto di oltre 26 miliardi di euro. Su questo ci aspettiamo una proposta importante anche in chiave di semplificazione”.