“Nessuno di noi si è nominato portavoce: la gente che era nei presidi ci ha detto di andare a trattare e così siamo stati contattati dal ministro Salvini. Se questi ‘dissintenti’ hanno i numeri, li invito a presentarsi al prefetto e saremo ben lieti lasciargli il nostro posto”. Così uno dei portavoce dei pastori al tavolo delle trattative in Prefettura a Sassari, Gianuario Falchi, replica – anche a nome di Nenneddu Sanna e Andrea Mulas – alle critiche lanciate da un gruppo di allevatori riuniti oggi a Siniscola (Nuoro).

“Non mi sembra che il confronto di oggi sia stato un successo di partecipazione: è troppo facile dopo quasi due mesi dalla protesta pretendere che 20 persone decidano cosa è meglio fare per tutti – incalza – questi signori sono stati invitati a Tramatza e non si sono mai confrontati con noi. Invece le decisioni, che sono state prese e che fanno parte dell’intesa, sono state sempre condivise con la gente che attendeva fuori dalla prefettura a Sassari e confermate dai pastori nelle assemblee molto partecipate a Tramatza”.

Secondo Falchi “non è un lusso fare il portavoce in questa vertenza, perché parlare in una riunione di 20 persone è molto facile, ma altra cosa è decidere in quei tavoli dopo esserci stati per nove ore di fila e per otto volte di seguito. Ebbene – aggiunge – tutte le cose che i cosiddetti ‘dissidenti’ hanno pensato, le abbiamo espresse in tutti i confronti con gli industriali”. Infine Falchi chiarisce, “non per dare spiegazioni ad un’assemblea di poco conto, ma visto l’insistenza delle voci nei vari social, che non siamo pagati da nessuno e tanto meno non dovremmo fare tutte le volte il giro di 12mila ovili per avere la riconferma”.

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