L’arpista Raoul Moretti presenterà in concerto, in prima nazionale a Cagliari, il 22 marzo alle ore 18, il suo nuovo album “Isolamenti”. Lo affiancherà il violinista e scrittore di canzoni di fama internazionale Michele Gazich, reduce da una recente nomination ai Grammy Award e innamorato della nostra isola, che presenterà alcune canzoni tratte dal suo album “Temuto come grido, atteso come canto”, in una riflessione comune sull’essere umano e i luoghi di isolamento presso il Dipartimento di Salute Mentale nella Cittadella della Salute (ex Ospedale Psichiatrico Villa Clara).
L’evento rientra nelle attività del DSM di contrasto allo stigma nei confronti dei disturbi della salute mentale. Sarà infatti disponibile dal 22 marzo sull’etichetta di Gazich, FonoBisanzio Editrice con distribuzione IRD, “IsolaMenti”, il terzo lavoro solista per arpa elettrica ed elettronica dell’arpista italo-svizzero Raoul Moretti. Un disco dell’arpista ‘non convenzionale’, un viaggio nel quale con la sua arpa elettrica ricca di riflessi sonori esplora il proprio universo interiore. Per questa ragione la scelta della presentazione del disco nella sede del Centro di Salute Mentale è emblematica.
Il disco è accompagnato dall’uscita del video di “Nel Fluire” (https://youtu.be/X_PE23B9120), traccia in cui compare Michele Gazich alla viola. Il video è realizzato da Davide Manca di Fly Media Creative Drone Services ed è un omaggio non convenzionale alla bellezza dell’isola Sardegna attraverso i suoi elementi.
“A livello concettuale – spiega Raoul Moretti – l’isola è usata come metafora dell’essere umano, un luogo di contemplazione verso sé stessi alla ricerca della propria identità e verso l’esterno come luogo di esperienza. Un’isola che non ha confini, perchè a contatto con il mare, dove ogni direzione è quindi possibile. Fisicamente l’isola è la Sardegna, che in questi anni è stato il mio “luogo del pensiero”, il mio luogo di contemplazione, il luogo delle partenze e dei ritorni e non un luogo di esilio”.
Durante l’incontro Gerardo Ferrara dialogherà con gli artisti. Verranno eseguiti anche brani del disco di Michele Gazich: “Temuto come grido, atteso come canto”. I due artisti con i loro brani rappresentano le due modalità opposte con cui intendere simbolicamente l’Isola: luogo di emarginazione e luogo di contemplazione.
“Ho scritto le canzoni di Temuto come grido, atteso come canto nell’ottobre 2017 – spiega Michele Gazich – quel mese ho vissuto, ospite del progetto Waterlines (residenze artistiche e letterarie a Venezia), su di un’isola: San Servolo, proprio di fronte a Venezia. L’isola fu manicomio dal 1725 al 1978. Ogni giorno ho trascorso la mattinata nell’archivio dell’ex-manicomio e il pomeriggio e la notte a scrivere. In un altro ottobre non così lontano nel tempo (per l’esattezza l’11 ottobre del 1944), dall’isola di San Servolo vennero ‘ritirati, questo l’orribile termine burocratico che leggo sulle loro cartelle cliniche, gli ebrei presenti nel manicomio e deportati verso i campi di sterminio tedeschi. Ho guardato i loro visi, ho riletto le loro storie nelle cartelle cliniche, nel tentativo di restituire loro qualcosa, che non sarà comunque mai abbastanza, e di ridare a loro la parola. La loro storia non è conosciuta: la mia missione è farla conoscere. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, abbiamo bisogno di ritrovare queste donne e questi uomini da qui ‘ritirati'”.