“Stanno giocando a sfasciare il fronte ma noi andremo tutti uniti al tavolo dell’8 in Prefettura a Sassari”, è la parola di ordine dei pastori riuniti oggi a Bari Sardo, in Ogliastra, e che hanno dato mandato ai leader della protesta Gianuario Falchi e Andrea Mulas a sedersi al tavolo delle trattative con il rappresentante del Governo dopodomani in Prefettura a Sassari. In quell’incontro dovrebbe arrivare una bozza del decreto legge di 14 milioni di euro per il ritiro di 21 mila quintali di pecorino romano, una mossa che farebbe aumentare subito il prezzo del latte e il prezzo degli altri 40mila quintali di pecorino invenduto.
“Per noi questa mossa è importantissima – ha detto Falchi – Dobbiamo chiudere con questa fase della vertenza per poter poi ripartire con la programmazione per la prossima annata”. Tanti gli interventi dei pastori che hanno espresso le loro perplessità sulla proposta di 72 centesimi a litro dal quale si riparte per il negoziato con i trasformatori: “É sempre un prezzo molto basso – ha detto Carla Scattu allevatrice di Gairo con azienda a Bari Sardo – per produrre un litro di latte servono almeno 74 centesimi e entro l’anno il prezzo non ce la fará a salire a 1 euro così come ipotizzato in un primo momento”. I pastori chiedono di portare al tavolo della vertenza non solo il prezzo del lette ma anche la riforma del consorzio del pecorino romano con l’inserimento all’interno degli organismi dirigenti dei rappresentanti degli allevatori. Poi c’è anche il tema della diversificazione della produzione e soprattutto della programmazione per i prossimi anni.
“Il problema è darci delle regole e non produrre pecorino in eccesso – ha spiegato Andrea Mulas -. Vediamo cosa ci propongono al tavolo della Prefettura. È positivo il fatto che ritirino una parte del pecorino in eccesso, da lì dobbiamo partire. Dopo subito un tavolo tecnico per riformare il Consorzio, dobbiamo andare avanti tutti uniti senza farci intimidire”.