A distanza di sette mesi dall’avvio delle trattative tra Ministro della Giustizia e Magistratura onoraria, i giudici onorari di pace e i vice procuratori onorari italiani tornano in stato di agitazione e proclamano l’astensione dalle udienze per il prossimo mese di maggio.
“Il Guardasigilli, in questi due mesi – dicono – avrà tutto il tempo necessario per recepire la proposta di riforma della categoria, elaborata dai rappresentanti della categoria in accordo con l’Associazione nazionale magistrati (ANM). Questo schema di riforma è depositato da oltre tre mesi presso il tavolo tecnico costituito – presso il Ministero – proprio per favorire il raggiungimento di tale accordo che segna anche la definitiva ricomposizione tra magistratura di ruolo e onoraria, in passato attestatesi su posizioni differenti. Dopo la presentazione di questa proposta condivisa, tuttavia, il Ministro ha sospeso per oltre tre mesi i lavori del tavolo, omettendo di reperire i pur scarni stanziamenti necessari alla copertura finanziaria dell’accordo raggiunto e annunciando fantomatiche soluzione alternative, a saldi di bilancio pressoché invariati e, quindi, di piccolo cabotaggio. Con la proposta elaborata congiuntamente alla ANM, invece, si intende promuovere il lavoro svolto dalle diverse componenti della magistratura onoraria, valorizzando il ruolo dei magistrati onorari in servizio, già formati e sul campo, con un trattamento e competenze differenziati rispetto a quelli stabiliti per i loro colleghi di futura nomina, destinati a dare supporto, a tempo parziale, all’interno dell’ufficio del processo”. “Il Presidente del Tavolo tecnico, Iacopo Morrone, Sottosegretario alla Giustizia, si era dovuto fermare, dopo l’ultima riunione dell’organo consultivo, di fronte alla assenza degli strumenti finanziari necessari al varo della riforma. Le risorse assegnate al Ministro Bonafede per le sole spese di adeguamento economico del personale giustizia ammontano a ben 500 milioni; ma il Guardasigilli non sembra intenzionato a spenderne una parte, circa il 25%, per finanziare il riordino della magistratura onoraria, di cui non sembra comprendere il valore aggiunto nell’ottica di un effettivo rilancio alla giustizia ordinaria”, concludono i presidenti delle associazioni della magistratura onoraria.
La riforma prevede di portare fino a cinque giorni a settimana l’impegno lavorativo dei cinquemila magistrati onorari negli uffici giudiziari, in modo da smaltire l’arretrato, riconoscendo loro, al contempo, i diritti costituzionali derivanti dall’adesione dell’Italia all’Ue. L’Italia è stata già condannata in sede europea per le sue condotte nei confronti dei magistrati onorari.