Christian Solinas l’aveva annunciato in campagna elettorale e l’ha ribadito dopo la vittoria del centrodestra: la riforma della macchina della Regione passa attraverso una rivisitazione dell’articolazione degli assessorati.
Questo potrebbe significare istituirne di nuovi, o limitarsi a dar vita a nuove deleghe. In entrambi i casi l’obiettivo è quello di dare maggiore forza alla Sardegna nei rapporti con Bruxelles. Una delega (o assessorato) che avrebbe voce in capitolo sulle questioni dell’Insularità, della spendita dei fondi Ue, della continuità territoriale con riferimento ai bandi per quella aerea, ma anche della vertenza latte e in generale dell’agricoltura. Un team di esperti che faciliterebbe non poco l’operato dell’Esecutivo, magari evitandogli di cadere nella “trappola” degli aiuti di Stato. L’altro tema caldo che potrebbe meritarsi un assessorato ad hoc è quello delle Pari opportunità. Come gli altri candidati alla presidenza, anche Solinas ha firmato prima del voto una Carta di impegni per la Parità scritta dall’associazione Coordinamento 3, che adesso ne chiede l’attuazione. Il segretario sardista ha già spiegato che nella definizione della squadra di governo i requisiti di cui tener conto nell’individuazione delle assessore o degli assessori – di estrazione “politica” – saranno la professionalità e le competenze. Posto che, in virtù della nuova legge sulla doppia preferenza di genere, una quota sarà riservata alle donne. Ma Solinas è andato oltre. Le rose di nomi che nel tavolo delle trattative arriveranno dagli alleati “dovranno comprendere un certo numero di donne”, ha chiarito. Queste sono le uniche novità concrete sulla Giunta che verrà, perché allo stato attuale ancora non si conoscono i risultati definitivi e i partiti non sanno con precisione matematica quali e quanti consiglieri avranno nell’Assemblea sarda. Dati fondamentali per stabilire il peso di ogni sigla nella squadra di governo. “Non mi siederò ad alcun tavolo per parlare dell’assetto della Giunta fino a che non avremo dati certi”, ha già detto Eugenio Zoffili, coordinatore per la Sardegna della Lega, cioè del primo partito della coalizione. Allo stesso modo il coordinatore di Forza Italia, Ugo Cappellacci, ha spiegato che “le scelte saranno fatte solo dopo la proclamazione degli eletti e in maniera condivisa, con il pieno coinvolgimento degli organi statutari del partito, dei nuovi consiglieri regionali e dei candidati”.
Al momento, considerati i risultati provvisori, si può ipotizzare che tre assessorati andranno alla Lega (8 consiglieri eletti), due rispettivamente al Psd’Az (7) e Forza Italia (6), infine uno a Sardegna 2020 (3), Fratelli d’Italia (3), Riformatori (3), Udc (3) e a Fortza Paris-Sardegna Civica (2). Al Carroccio dovrebbe spettare la Sanità, settore su cui Solinas ha già annunciato una contro-rivoluzione rispetto alla riforma della Giunta uscente, targata dal duo Arru-Moirano. Probabili in quota Lega anche Trasporti e Lavori pubblici. Il Psd’Az potrebbe ambire a Cultura e Turismo, due cavalli di battaglia della campagna elettorale del candidato governatore. In generale sarà una variabile fondamentale la presidenza del Consiglio. Chi l’avrà – in pole Stefano Tunis (Sardegna 2020) – dovrà rinunciare a un assessorato. Non è escluso che in Giunta possa entrare chi non è riuscito a farsi eleggere. “In Forza Italia non ci dimentichiamo di chi ha dato un contributo al risultato finale, e tuttavia non è riuscito a farsi eleggere – ha chiarito Cappellacci – dico questo perché vorrei fare un ragionamento politico nell’interesse del partito, guardando in particolare alle competenze dei papabili”. I non eletti, che pure hanno ottenuto tanti voti in Forza Italia, non mancano. Su tutti: gli uscenti Edoardo Tocco e Alberto Randazzo.
Ansa- Roberto Murgia