Sigilli al cantiere del nuovo porticciolo di San Teodoro, a due passi della spiaggia della Cinta.
Gli uomini della Guardia Costiera, su disposizione della Procura della Repubblica di Nuoro, hanno sequestrato l’area dove sono presenti da tempo terriccio e sabbia dragati dal mare.
Le indagini – spiega oggi un noto quotidiano nel dare la notizia del sequestro – si stanno concentrando su un presunto inquinamento ambientale in zona portuale, in quanto il materiale di risulta del dragaggio viene considerato rifiuto speciale da smaltire secondo specifici dettami normativi.
Il blitz della Guardia costiera arriva dopo un esposto che ipotizza questo reato. Saranno ora le analisi dell’Arpas a verificare se il materiale presente nell’area portuale possa essere fonte di inquinamento. Per il completamento del primo lotto dei lavori del porto turistico di San Teodoro erano stati stanziati dalla Regione tre milioni e mezzo di euro.
E’ una indagine e 360 gradi quella della Procura di Nuoro sul porto turistico di San Teodoro. Oltre che sulla natura dei fanghi depositati nell’area dello scalo, i riflettori si sono accesi sulla società che ha vinto l’appalto e sull’iter autorizzativo dei lavori. Lo hanno spiegato all’Ansa fonti investigative.
Con i sigilli al porticciolo, la sostituta procuratrice Ilaria Bradamante, titolare dell’inchiesta, ha voluto cristallizzare l’attività del cantiere per capire, prima di tutto, attraverso l’analisi dei campioni raccolti di che natura sono i fanghi depositati, ma anche per evitare che nei mesi estivi lo scalo turistico, privo delle autorizzazioni necessarie per essere considerato tale, possa essere utilizzato in maniera fraudolenta dai proprietari delle imbarcazioni. Dopo il sequestro, gli uomini della Guardia Costiera di Olbia, a cui la Procura ha affidato le indagini, sono tornati sul posto per nuovo un sopralluogo. Al momento non è dato sapere se ci sono iscritti nel registro degli indagati.