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Tre richieste ai candidati alla presidenza della Regione sul tema dei diritti civili e, in particolare, della lotta all’omofobia: gesti concreti per una politica di contrasto dell’odio per identità di genere e orientamento sessuale; la sottoscrizione del documento politico del Sardegna Pride; l’impegno a partecipare al grande corteo del Sardegna Pride in programma a Cagliari il prossimo 6 luglio.

A una settimana dal voto le hanno messe nero su bianco, in una lettera aperta inviata ai sette aspiranti governatori, le associazioni sarde Arc, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Cgil ufficio nuovi diritti, Mos movimento omosessuale sardo, Gaynet e Unica Lgbt. “La lotta per chi, in generale, rivendica il diritto a una piena autodeterminazione ha portato negli anni alcuni, insufficienti, risultati – scrivono le associazioni – dalla agenda politica esistono solo poche, sporadiche e silenziose proposta di legge contro omo-bi-transfobia, e non si intravede alcuna ipotesi di riforma delle adozioni e delle unioni civili nella direzione del matrimonio egualitario”.

Si tratta, concludono, di “punti richiesti a gran voce dai movimenti e da tempo promessi dai partiti. Al contrario il governo nazionale in prima persona dà voce a pericolose e inaccettabili aggressioni e regressioni”.