La deposizione della corona di fiori e sullo sfondo l'isola del Toro, dove avvenne la tragedia

La deposizione di una corona di fiori al largo delle coste di Sant’Antioco (Su) nel tratto di mare in cui è avvenuta la tragedia dello scorso 16 novembre con un bilancio di 2 morti e 8 dispersi, il più pesante degli ultimi anni, è stato il momento più intenso della commemorazione, celebrata questo pomeriggio, delle giovani vittime algerine lungo la rotta tra Annaba e le coste del Sulcis. Tra i 12 a bordo del barchino solo due di loro si salvarono restando sull’imbarcazione e furono prelevati dalla Guardia Costiera, Gli altri tentarono di raggiungere la riva a nuoto, ingannati dalla distanza con l’Isola del Toro, sicuramente eccessiva da raggiungere con i propri mezzi fisici.

“Harragas”, secondo il modo di dire algerino, che volevano raggiungere le coste sarde attratti dal miraggio di una vita migliore. La Regione Sardegna, con l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, ha organizzato questo momento nel segno del ricordo per le due vittime dello scorso 16 novembre: Kebir Ghilas, 25 anni, e Khebad Abdelhadi, 34 anni, e per tutti i giovani algerini, circa 200 solo nel 2018, che partiti dalle coste Algerine, diretti in Sardegna o in Spagna, hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo.

“Il giorno della tragedia avevo assunto l’impegno di portare un fiore per ricordare le vittime del naufragio. Siamo venuti a Sant’Antioco per rinnovare una memoria dolorosa che dobbiamo tenere viva. È stato un gesto di umanità per i due ragazzi morti nel naufragio dello scorso 16 novembre -, ha detto l’assessore Spanu che dalla barca messa a disposizione dal Corpo forestale e di Vigilanza ambientale ha lanciato in mare la corona di fiori, per gli otto dispersi e per tutti coloro che nel Mar Mediterraneo hanno perso la vita durante viaggi affrontati con sentimenti di disperazione e speranza -. L’umanità è un valore essenziale ogni volta che si affronta la questione delicata di chi, in base alle norme internazionali, ha diritto di trovare ospitalità e accoglienza”. Con l’esponente della Giunta hanno condiviso momenti di raccoglimento e preghiera il sindaco Ignazio Locci, l’Imam Golam Kibria e don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana.

La giornata si è conclusa con l’assemblea pubblica, nella sala convegni della Polizia municipale, con il pensiero rivolto agli “harragas” morti durante il viaggio verso la Sardegna e a tutti i migranti che non sono riusciti a portare a termine il loro viaggio attraverso il Mediterraneo. Erano presenti i due superstiti del naufragio del 16 novembre: Ayadi Sifeddin 21 anni e Ayoub Fouchane 24 anni che con grande emozione sono tornati nei luoghi in cui hanno perso la vita i loro compagni di viaggio.