Lui ammette solo l’occultamento e la distruzione del corpicino della figlia di 20 mesi che sarebbe morta soffocata durante il pasto, la moglie sostiene di avergliela consegnata viva tra le braccia. Non coincidono nemmeno sulla data – una avrebbe detto il 4 dicembre, l’altro il 7 dicembre – i racconti fatti al Gip del Tribunale di Cagliari Massimo Poddighe da Slavko Seferovic e dalla moglie Dragana Ahmetovic, genitori della piccola Esperanza, entrambi difesi dall’avvocato Daniele Condemi.
Sentiti separatamente nell’interrogatorio di garanzia nel carcere di Uta (Cagliari), dopo l’arresto per omicidio volontario, i due avrebbero fornito versioni diverse della morte della figlioletta, le cui ricerche erano iniziate a Natale dopo l’incendio del camper nel quale vivevano. L’ammissione del padre di aver occultato e distrutto il corpicino lungo la Statale 130 nel Cagliaritano ha comunque convinto il pm Guido Pani della Dda ad attivare nel pomeriggio le ricerche ed un sopralluogo.
Il padre sarà fatto uscire dal carcere di Uta nelle prossime ore e scortato dagli uomini della Squadra Mobile e dallo stesso pm nel luogo dove sostiene di aver occultato il corpicino della figlioletta.