La Polizia ha arrestato i genitori di Esmeralda Lara, la piccola rom di 20 mesi, sparita dal 23 dicembre scorso, quanto i due, Slavko Seferovic e Dragana Ahmetovic entrambi 28enni e genitori di altri 4 figli, denunciarono la morte della piccola all’interno del loro furgone Iveco Daily andato in fiamme a Giorgino, alla periferia di Cagliari. Ma dov’è il corpo della piccola? Non si trova.

I due avevano raccontato alla polizia che mentre erano a fare una passeggiata lungo il molo del villaggio pescatori, intorno alle 19,30, il mezzo si era incendiato. Avevano dapprima sostenuto che l’incendio poteva essersi innescato per un corto circuito di una lampadina o di un televisore collegati alla batteria del mezzo, all’interno del quale c’era Esmeralda, lasciata lì dentro perché influenzata.

Ipotesi subito smentita dai rilievi tecnici della Polizia scientifica del gabinetto regionale della Sardegna e dei Vigili del Fuoco che non trovarono alcun resto umano tra le ceneri del furgone. Spuntò fuori allora un’altra ipotesi, e cioè che la bimba potesse essere stata rapita da altre famiglie rom di nazionalità romena, per un debito di droga non saldato da parte dei genitori. Ipotesi che comunque non hanno mai convinto gli investigatori. Ipotesi crollata anche questa nonostante l’intervento della Dda cagliaritana, competente per questo tipi di reati.

Ma soprattutto crolla la tesi dell’incendio doloso del loro furgone, seconda ipotesi fornita dalla coppia dopo essere stati smentiti dai rilievi tecnici della scientifica. Allora il furgone come è andato a fuoco, e perchè? Propbabi8lmente per simulare il reato.

I due insieme agli altri 4 figli si trasferirono dopo l’episodio nel campo rom di Carbonia, dove nel corso della notte sono stati prelevati dagli agenti della Questura di Cagliari con l’accusa di omicidio. Ma gli agenti hanno accertato che dal novembre scorso la piccola non era stata più vista con i genitori dalla fine dello scorso mese di novembre e che, in diverse occasioni, il padre aveva sostenuto di averla affidata ad un imprecisato istituto.

Anche sui questa ipotesi gli inquirenti hanno ottenuto riscontri negativi ed è emerso, dalle intercettazioni ambientali, che gli stessi genitori avessero la responsabilità diretta della morte della figlia e che avessero inscenato l’incendio e successivamente il rapimento per sviare le indagini della Polizia. A prova di ciò , nell’ambito degli elementi probatori raccolti dai poliziotti è emerso, dalle immagini di videosorveglianza poste sul percorso seguito dal furgone e la testimonianza di un benzinaio, dove Saferovic ha rifornito il mezzo, che il 28enne nel pomeriggio del 23 dicembre aveva acquistato 2 euro di benzina versate all’interno di una bottiglia.

Sono state serrate le indagini che hanno portato all’arresto dei due rom per omicidio aggravato, occultamento di cadavere, simulazione di reato e incendi doloso. I due sono rinchiusi nel carcere di Cagliari-Uta. La polizia prosegue gli interrogatori per scoprire dove sia stata occultato il cadavere della bambina.

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