Le Province sarde eliminate possono rinascere. Ma, per il ritorno ai vecchi tempi e alle vecchie suddivisioni, bisogna passare attraverso i referendum. Questo è il punto chiave al centro delle ultime trattative in Consiglio regionale.
Con l’assemblea che potrebbe approvare questa sera un emendamento alla proposta di legge (primo firmatario Giuseppe Meloni, Pd) per definire la procedura che ha come obiettivo quello di portare, territorio per territorio, alla resurrezione degli enti intermedi soppressi con le vecchie consultazioni popolari.
Si lavora a un documento di sintesi per arrivare a una soluzione ponte che definisca almeno formalmente il percorso del ritorno alle otto Province. Un emendamento che, da un lato, renderebbe impossibile la rinascita immediata, entro questa legislatura, della provincia Gallura, ma che potrebbe aprire le porte a una nuova mappa della Sardegna, di nuovo con otto enti intermedi, attraverso i referendum.
Il principio sostenuto dal presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) è proprio quello della possibilità di ridare la parola ai sardi. Stamane lo stesso Sabatini aveva anticipato questo percorso in Aula chiedendo la sospensione della seduta “per poter proseguire utili interlocuzioni fra i gruppi che potrebbero portare alla condivisione di alcuni emendamenti di sintesi”. Ma alla ripresa dei lavori aveva comunicato che non erano stati presentati emendamenti di sintesi. Così, la questione Province sembrava definitivamente arenata.
La svolta nel primo pomeriggio quando sono riprese le trattative tra i partiti per cercare una soluzione il più possibile condivisa.