“Serve un cambiamento netto della linea di governo, un cambiamento che investa prioritariamente su infrastrutture, lavoro, mediazione sociale”. È il messaggio che la segretaria nazionale della Cisl, Annamaria Furlan, lancia da Sassari, unendosi all’appello formulato dai rappresentati regionali e locali dell’organizzazione sindacale, riuniti nel consiglio generale territoriale. L’invito è a tutta la politica e ai candidati per la presidenza della Regione in particolare, come hanno sottolineato il segretario regionale della Cisl, Gavino Carta, e quello territoriale, Pier Luigi Ledda.
“La Sardegna ha dati occupazionali e produttivi assolutamente allarmanti – ha detto Furlan – in questa regione c’è una mancanza di investimenti su infrastrutture, ricerca e innovazione ancora più allarmante”. Nessuna indicazione di voto da parte di Cisl, ovviamente, perché “il nostro compito è sollecitare la politica e ai candidati sulle priorità per la crescita e lo sviluppo – spiega – poi misureremo in base ai programmi di ciascun candidato quali saranno le proposte più aderenti alle nostre”. Più netto l’avvertimento di Carta. “Serve un atteggiamento di governo che privilegi le politiche del lavoro e la mediazione sociale – dice il segretario sardo – la Regione deve cambiare il modello di partecipazione, dagli anni Sessanta in poi è stato sempre più accentratore, mettendo ai margini gli enti locali e le organizzazioni di rappresentanza”.
Secondo il leader sardo “non si tratta di dare pagelle ai politici, ma di mettere al centro delle legislature i temi del lavoro, dell’inclusione sociale e delle infrastrutture”. Per la Cisl, “affrontare questi temi a fine legislatura, magari per cambiare il contratto dei dipendenti della Regione invece di affrontare i problemi reali del lavoro nell’Isola o far naufragare una legge urbanistica attesa da oltre dieci anni, condannando così il settore edilizio sardo e costringendo i Comuni ad andare avanti a colpi di Tar, non è una buona idea”. Per Pier Luigi Ledda le priorità restano legate allo sviluppo della chimica verde. “È inaccettabile che il progetto della chimica verde a Porto Torres sia ancora fermo alla prima fase – chiosa – e non si vada avanti con un investimento che creerebbe 700 posti di lavoro diretti, più l’indotto”.