“L’esame del cranio evidenzia fratture alla volta e alla base. Registra lo sfondamento parietale del lato destro e del massiccio facciale”. E’ quanto si legge – come anticipato oggi dal quotidiano La Nuova Sardegna – nella relazione del medico legale Roberto Testi, il super perito dei casi di Cogne e Garlasco, successiva all’autopsia sul corpo di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer (Nuoro), massacrato e ucciso da un gruppo di giovanissimi – tra cui due minorenni – e poi sepolto in un terreno nelle campagne di Ghilarza (Oristano), dover era stato ritrovato un mese dopo la sua scomparsa, datata 11 settembre 2018.
Ora dunque c’è la certezza scientifica che Manuel Careddu è stato colpito con la piccozza e la pala, arnesi indicati come armi del delitto sin dai giorni successivi agli arresti e alle prime crepe nel muro di silenzio dei ragazzi che l’hanno ucciso. Il 18enne è stato legato alle mani e ai piedi, poi legati tra di loro prima di completare la ‘condanna a morte’. L’esecuzione sarebbe durata lo spazio di pochi minuti.
Il medico legale collega anche le confessioni dei cinque indagati per l’omicidio del ragazzo di Macomer con quel che scientificamente è riuscito a evidenziare nella sua perizia e quindi incastra dichiarazioni ed altri elementi d’indagine rendendo ancora più chiaro cosa sia accaduto la notte dell’11 settembre. La relazione, di circa 20 pagine, è da qualche giorno sul tavolo delle due Procure che indagano sull’efferato omicidio, quella di Oristano e quella dei minori di Cagliari.