“Oggi finalmente la Sardegna comincia ad uscire dalla crisi, come attestano i dati molto positivi sull’occupazione raggiunti in quest’anno appena trascorso. Credo che dalla Sardegna oggi parta un segnale politico forte per tutto il centrosinistra: non basta cantare le lodi di una ripresa perché se ne avvertano i benefici, ma bisogna lavorare perché questo miglioramento appartenga a tutti e tutti se ne sentano parte”.

E’ l’augurio ai sardi del presidente della Regione Francesco Pigliaru per il 2019. Un messaggio affidato ad un post al proprio profilo Facebook. “Siamo consapevoli che ci vuole ancora tempo e che bisogna perseverare nell’elaborazione e l’attivazione di buone politiche per superare disuguaglianze che, in questa fase sono ancora forti – osserva – Per questo nella Finanziaria per il 2019 abbiamo concentrato gli sforzi nella direzione sì dello sviluppo e della crescita, ma badando bene a distribuire equamente benefici che devono essere garantiti a tutti e non solo ad alcuni”.

Il governatore traccia un mini bilancio di questi cinque anni spiegando che “sono stati anni pieni, intensi, certo non facili. Quando siamo stati eletti alla guida della Sardegna nel 2014, scelti dal voto degli elettori, ci siamo trovati ad affrontare una situazione difficile, figlia di incuria politica e amministrativa e già segnata da quella crisi economica internazionale profondissima che ha continuato ad accompagnare il nostro governo di questi anni e contro la quale abbiamo combattuto una battaglia quotidiana fatta di serietà, impegno, costanza e duro, durissimo lavoro – osserva – L’obiettivo è sempre stato lì: restituire alla Sardegna fiducia e futuro migliorando concretamente la vita dei nostri cittadini”.

Tra le politiche messe in campo Pigliaru ricorda le azioni come Iscol@, la riorganizzazione della Protezione civile e quella dei Centri per l’Impiego e “la complessa, obbligata e non più prorogabile” riforma della Sanità. E poi LavoRas, il Reis e “gli investimenti sul diritto allo Studio, con il 100% di copertura delle borse di studio”.