Stava facendo colazione, la mamma che gli stava dando la pappa, ma il cibo gli ha ostruito le vie respiratorie e né la giovane madre e nemmeno i medici sono riusciti a salvargli la vita. È morto così per arresto cardiocircolatorio Keita Boubakar, il piccolo di poco più di un anno soffocato da un boccone nel centro di accoglienza per migranti di Villasor.

I carabinieri della Compagnia di Sanluri hanno lavorato tutta la mattina per ricostruire la tragedia. La mamma Nina, una ragazza del Mali di 25 anni, ha visto il suo bambino diventare paonazzo e in difetto di ossigeno: disperata è corsa in cortile con il piccolo in braccio, gridando e chiedendo aiuto. Subito si sono attivati gli altri ospiti del centro, circa una quindicina – nessuno peraltro parla italiano e questo ha reso difficile il lavoro di ricostruzione dei militari – e tutti gli operatori della struttura, uno stabile a due piani. Sul posto è arrivata l’ambulanza del 118. I medici hanno avviato le manovre per liberare le vie respiratorie e rianimare il bambino. Viste le gravi condizioni, è stato chiesto l’intervento dell’Elisoccorso regionale che è atterrato vicino al campo sportivo. I tentativi dei sanitari sono proseguiti per oltre due ore: a tratti il piccolo sembrava potersi riprendere, ma alle 11.30 il suo cuore ha smesso di battere. L’elicottero si così è alzato in volo senza di lui. Il corpicino è stato portato nella camera mortuaria del cimitero del paese. La Procura ha deciso di non procedere con l’autopsia.