Sas domos antigas, le maschere e il falò in piazza di Gadoni, le vedove di sas Vargias, i canti della tradizione e siti archeologici di Oniferi, i piatti tipici del Mandrolisai le maschere in legno e i falò di Teti. Tre paesi, in mostra per il nuovo weekend di Autunno in Barbagia, dell’1 e 2 dicembre, la manifestazione itinerante conosciuta come Cortes Apertas promossa dalla Camera di commercio di Nuoro e dall’Azienda Speciale Aspen.

“Oniferi ha cercato di giocare tutte le sue carte puntando sulle tradizioni e sui siti archeologici locali – ha detto Antonio Zedda infermiere a Sassari – La rappresentazione più suggestiva è stata la sfilata delle vedove di Sas Vargias, una maschera che in antichità metteva in atto un vero e proprio rito perché le persone morse dal ragno si riprendessero dallo svenimento. C’erano una ventina di Cortes di case tipiche ancora arredate come 70 anni fa. Molto interessanti i siti archeologici come il Nuraghe Ola e le domus de Janas di Sas Concas. Ma abbiamo visitato anche Teti nel Mandrolisai, anche qui molto suggestivi i balli in piazza intorno al falò e le cortes che riproponevano le case antiche del posto. Abbiamo vistato anche il museo archeologico con i reperti del territorio, gioielli della nostra cultura che possiamo visitare e conoscere grazie ad Autunno in Barbagia. Nonostante la tantissima gente accorsa entrambi i paesi hanno saputo gestire bene il flusso di visitatori”.

Usanze e tradizioni anche nel piccolissimo paese barbaricino di Gadoni che conta 750 abitanti: “Mi hanno affascinato molto le piccole viuzze e le case, alcune delle quali allestite per raccontare le tradizioni – ha detto Cristina Collu commessa di San Sperate – come sa domo ‘e su meri, sa domo ‘e su sabatteri che ha aperto le porte della casa di un antico calzolaio; suggestiva anche la casa del morto dove si riproponevano i riti del funerale antico con i canti delle donne che richiamavano il defunto. Ottimo su ‘coccoi prenu’ piatto tipico del posto e suggestive le persone che accorrevano con le fascine da buttare nel falò in piazza dove poi si faceva festa”. “Abbiamo trovato anche delle criticità – ha aggiunto Anna Bosso assistente domiciliare di Cagliari – prendere la navetta per andare a visitare la miniera di Funtana Raminosa costava troppo e chiudeva alle 14. Troppa fila nei punti ristoro per mangiare qualcosa e servizi igienici insufficienti. Credo che segnalare le criticità da parte dei visitatori sia fondamentale perché i comuni si possano organizzare meglio il prossimo anno”.