“Aspettiamo di ricevere il decreto di perquisizione e sequestro, poi presenteremo istanza di dissequestro dei beni che sono corpo di reato”.
Così l’avvocato Antonio Secci, che difende il 43enne sassarese indagato dalla Procura di Caltanissetta nell’ambito di un’indagine su reati pedopornografici condotta dalla Polizia postale di Catania. Ufficialmente studente di lungo corso iscritto all’Università di Sassari, l’uomo rischia fino a 12 anni di reclusione sulla base delle accuse mosse dagli inquirenti.
Utilizzando sofisticati programmi informatici per la creazione di profili e immagini fasulle, su internet si fingeva una dodicenne, adescava adolescenti poco più che bambine, inducendole a spogliarsi davanti alla webcam. Registrava i video e li distribuiva in rete, nei circuiti pedopornografici internazionali. Non solo: sempre sfruttando software specifici, l’indagato riusciva ad introdursi da remoto nei computer dei suoi interlocutori, rubando loro tutti i dati possibili custoditi negli hard disk.
Un ‘gioco’ squallido che andava avanti almeno da un anno. Fino a pochi giorni fa, quando gli agenti della Polizia postale di Catania si sono presentati a casa sua alle 7 del mattino, hanno perquisito l’appartamento e gli hanno sequestrato smartphone, computer, tablet, diverse pen drive e altri supporti digitali. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: pornografia minorile, adescamento di minore, produzione e distribuzione di materiale pedopornografico, adescamento di minore, sostituzione di persona, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico.