Foto d'archivio

Aumentano abusivismo e contraffazione in Sardegna. Mentre, rispetto alla media nazionale, si avvertono meno preoccupazione o angoscia per furti, estorsioni e rapine.

In generale gli imprenditori isolani si sentono sicuri: solo il 9% ha dichiarato che la percezione di sicurezza per l’attività è peggiorata. Lo rileva un’analisi realizzata in concomitanza con la Giornata di Confcommercio “Legalità, mi piace!”, giunta alla sua sesta edizione. Gli imprenditori che hanno subito atti di criminalità in Sardegna (4%) sono meno rispetto al resto d’Italia (23%).

L’81% (82% in Italia) adotta almeno un’iniziativa per la protezione della propria attività nei confronti del racket e criminalità. Tra le misure di prevenzione e tutela, anche nell’Isola le più diffuse sono il ricorso a telecamere/impianti d’allarme (52%), in linea con la media nazionale (53%). Il 33%, contro il 40% in Italia, ha invece stipulato un’assicurazione, il 23% (32% dato nazionale) ha presentato una denuncia e il 24% si è rivolto a una vigilanza privata (27% in Italia). Secondo il 65% degli imprenditori sardi (75% in Italia) le iniziative considerate più efficaci a garantire la sicurezza sono la certezza della pena. Il 56% ritiene inoltre necessaria una maggiore protezione sul territorio da parte delle forze dell’ordine (58% in Italia). Decisamente inferiore alla media nazionale (39%), il dato sardo (23%) che riguarda l’esperienza di taccheggio. Il 6% ha vissuto una sola volta in 12 mesi un’esperienza del genere (in Italia il 16%), il 18% è stato colpito più volte (23% a livello nazionale).

Immune il 77%. In sintesi, i problemi più sentiti in Sardegna sono l’eccessivo prelievo fiscale per l’83% degli intervistati (66% in Italia), per il 55% la burocrazia (57%) e per il 27% la criminalità, quasi il doppio del dato nazionale (48%). Seguono la mancanza di lavoro per il 47% (46%) e l’evasione fiscale per 43% (33%). Molto meno avvertiti i problemi legati all’immigrazione: 9% contro la media nazionale che arriva al 29%.