Buona anche la seconda. E ormai non sembrano esserci più dubbi: Mancini e la Nazionale puntano su Barella. Da titolare? Ancora presto per dirlo, ma la scelta di ieri contro la Polonia è stata molto chiara: il ct ha schierato il giovane rossoblù accanto a Verrati e Jorginho in una partita dai tre punti pesanti, visto che la sconfitta avrebbe decretato la “retrocessione” degli azzurri.
E lui era lì, in una partita non semplice, a fare il lavoro oscuro accanto, dietro e davanti i due playmaker di Psg e Chelsea. Ha sbagliato poco o nulla in fase di copertura e di appoggio alla manovra. E si è fatto anche vivo davanti con una bella iniziativa sulla fascia, quasi da ala destra, con uno spunto non raccolto per un soffio da chi era in area. In qualche modo con la sua corsa, ma anche con la sua qualità, ha bilanciato l’assetto molto offensivo di un centrocampo più votato a creare che a distruggere. Un giocatore che sa fare tutto: contro l’Ucraina, più libero, era riuscito anche a tirare in porta due volte.
Questa volta aveva compiti diversi, ma forse anche più delicati e importanti. Il risultato? Mancini lo ha tenuto in campo sino alla fine visto che continuava a essere uno dei più lucidi. Per il giocatore nato a Cagliari nel 1997 la seconda apparizione è già un primato “sardo”: ha raggiunto Zola e Sirigu nel numero di presenze consecutive da titolare dopo l’esordio. E può superarli visto che Zola aveva sì collezionato una terza presenza di fila, ma solo da subentrante. Mentre il portiere si era proprio fermato (per poi riprendere nel 2012) alla seconda maglia da titolare. Gli rimane anche il record del più giovane sardo mai schierato in nazionale. Ora ha davanti a sè una lunga serie di primati da battere.