“Una nave di Tirrenia, l’Aurelia, valutata 2 milioni dallo Stato viene rivenduta in queste ore a 8 milioni sul mercato internazionale. E non basta: dal momento dello scomputo dagli oneri di Tirrenia per la continuità territoriale quella nave ha fruttato non meno di 10 milioni di euro di noleggi. Il gioco è chiaro: nel 2014 Tirrenia chiede allo Stato di rinegoziare la convenzione perché sostiene di essere in defict gestionale. Lo Stato ci crede, e gli accorda una diminuzione di servizi per quasi 20 milioni di euro. Tra questi oneri aggiunge la possibilità di Tirrenia di disfarsi della nave di riserva, l’Aurelia appunto. La stima del valore è detratta dai servizi stessi: dunque Tirrenia può vendere la nave e secondo lo Stato ricavarne un milione 875 mila euro”. Lo ha detto stamane il leader di Unidos Mauro Pili divulgando l’esposto denuncia inviato alle Procure di Roma e Cagliari, considerato che la revisione della convenzione si è compiuta con duplice firma, una a Cagliari e una a Roma.
“Un dato emerge: se la valutazione fosse stata corretta come poi i fatti hanno dimostrato per quel fantomatico riequilibrio dei conti sarebbe bastato il guadagno della vendita e del noleggio. Sarebbero rimaste in piedi tutte le rotte che, invece, sono state tagliate insieme a servizi importanti per la continuità territoriale. Basti solo pensare che la Cagliari – Civitavecchia per colpa di quella sottovalutazione è stata portata da quotidiana a trisettimanale. Da sette corse a tre. Il tutto emerge grazie ad un passo falso di Onorato, l’ennesimo, con il quale il 2 ottobre affida ad un broker la vendita della nave. Il messaggio passa di compagnia in compagnia con tanto di nome e cognome della nave. Nel messaggio, però, non compare la cifra di vendita – prosegue il leader di Unidos – da stamane la valutazione è, invece, on line su un sito dello stesso broker con registrazione ad Amburgo. Quella nave è in vendita per 8 milioni di euro. Il valore quadruplo della cessione dello Stato, senza considerare i dieci milioni, almeno, incassati per tre anni di noleggi sulla Ancona – Spalato. Dunque lo Stato cede la nave per un milione e 875 mila euro e Onorato ne incassa quasi 20! Le Procure di Cagliari e Roma devono intervenire immediatamente considerato che il danno allo Stato è di una gravità inaudita ed essendo stato generato da funzionari pubblici si deve intervenire con urgenza per fermare questa truffa ai danni dello Stato e della Sardegna. In questa direzione vanno sequestrati i beni mobili e immobili del gruppo Onorato per il mancato pagamento dei 180 milioni di euro che deve allo Stato per l’acquisto di Tirrenia. Tutto questo deve avvenire prima che sia troppo tardi”.
“La divulgazione del prezzo di vendita della motonave Aurelia è la conferma della truffa ai danni dello Stato. E’ impensabile che venga scomputata dagli oneri di Tirrenia per meno di due milioni e venga messa in vendita per 8 milioni. Lo capisce chiunque che la Sardegna è stata truffata. Se avessero valutato correttamente quella nave non ci sarebbe stato bisogno di tagliare rotte e frequenze. In realtà si è consentito un ulteriore guadagno illecito alle spalle della Sardegna e dei Sardi. Per questa ragione ho chiesto alle procure di intervenire e bloccare la vendita di quella nave. Sia per l’atto a monte che ne falsa il valore e dall’altra per il mancato pagamento della stessa, considerato che ad oggi Onorato non ha ancora pagato i 180 milioni di euro allo Stato per l’acquisto della Tirrenia nonostante siano scadute le proroghe, anch’esse illegali, concesse – e conclude Pili – ho chiesto inoltre alle Procure di indagare sulla mancata emissione dei decreti di pignoramento da parte dello Stato verso Tirrenia per i 180 milioni di euro non pagati. Ci sono troppe coperture verso Tirrenia che non posso essere più tollerate. A questo si aggiunge il furto di un aumento previsto dal primo novembre sul trasporto merci. I silenzi di Regione e Ministro sono disarmanti. E se questi vergognosi aumenti non saranno bloccati entro i prossimi tre giorni siamo pronti – ha concluso Pili – ad azioni eclatanti per denunciare l’ennesimo abuso di posizione dominante ai danni della Sardegna e dei Sardi ”.