Nessuna norma può vietare di alimentare i gatti che vivono allo stato libero sul territorio. Questa è la replica di LAV Cagliari al Comune che secondo l’associazione avrebbe intensificato i controlli nelle colonie feline, anche autorizzate. “Il divieto di somministrare cibo alle colonie non autorizzate contenuto nel Regolamento Tutela Animali del Comune di Cagliari è in contrasto con la normativa nazionale e regionale” scrive la Lav Cagliari in un comunicato.
“La giurisprudenza chiara – si legge –: già molti anni fa il Pretore di Siracusa, con una importante sentenza, riconobbe che dare da mangiare ai gatti randagi non costituisce pericolo per la salute pubblica e che cibare gli animali randagi non solo non è vietato, ma è da considerarsi un atto di civiltà. Dello stesso tenore anche l’ordinanza del T.A.R. Puglia, che ha annullato un’ordinanza del Sindaco di Brindisi, relativa al divieto di somministrare cibo ad animali randagi: «il divieto può incidere sulle condizioni di sopravvivenza degli animali […] la mancanza di cibo può comportare un peggioramento delle condizioni degli animali». (T.A.R. Puglia Lecce, 25 marzo 2009). E il divieto di alimentazione non può sussistere nemmeno nelle aree condominiali la sentenza n. 23693 del 2009 del Tribunale di Milano, Sezione XIII Civile afferma chiaramente che: “Nessuna norma di legge, né statale né regionale, proibisce di alimentare gatti randagi nel loro habitat cioè nei luoghi pubblici e privati in cui trovano rifugio. Secondo detta normativa i gatti che stazionano e/o vengono alimentati nelle zone condominiali non possono essere allontanati o catturati per nessun motivo, a meno che non si tratti di interventi sanitari o di soccorso motivati”.
“Decoro e pulizia devono essere ovviamente assicurati nella gestione dei gatti attraverso la formazione dei volontari, l’informazione della popolazione e la realizzazione di punti ristoro pubblici come già avviene in molte città da epoca rinascimentale, ma il divieto contenuto nel Regolamento deve essere rimosso, sia per la tutela e la salute degli animali sia per la salute pubblica” afferma Roberto Corona, responsabile di LAV Cagliari e continua – “Il controllo della popolazione randagia si ottiene attraverso la sterilizzazione e non con il divieto di alimentare gli animali, le cui condizioni di salute potrebbero essere messe a repentaglio dalla mancanza di cibo, ma le sterilizzazione da parte della Asl sono ferme da oltre un anno”.
Sulla vicenda interviene anche Ilaria Innocenti, responsabile nazionale dell’Area Animali Familiari LAV che sottolinea come una nota del Ministero della Salute inviata nel 2017 a LAV chiarisca che la condizione necessaria e sufficiente per la sterilizzazione da parte dell’autorità competente sia lo status di “gatto libero” non prevedendo restrizioni o limitazioni in base alle caratteristiche del gruppo in cui l’animale vive o all’estensione del territorio o al titolo pubblico o privato del luogo in cui l’animale ha trovato il proprio habitat. “Ne consegue” afferma Innocenti “che devono essere sterilizzati gli individui appartenenti a colonie registrate e non e tutti i gatti liberi sul territorio non riconducibili a un proprietario.”
“Consapevole della necessità di offrire maggiore tutela alle colonie feline e di educare alla corretta gestione delle stesse Lav, ha presentato al Comune di Cagliari, alla Asl e alla Regione un progetto pilota per la gestione di quelle ubicate a Sant’Elia nell’ambito del quale aveva chiesto un coinvolgimento anche del Cagliari Calcio in quanto una delle citate colonie si trova nel vecchio e una nel nuovo stadio. Speriamo di poterne discutere quanto prima e poter mettere in campo un modello di gestione etica ed efficace dei gatti liberi, che possa essere di esempio anche per gli altri Comuni e che contestualmente il Comune voglia rimuovere il divieto di alimentazione delle colonie non registrate.”. – conclude Corona.