“Basta bombe”. Lo ha ripetuto per l’ennesima volta Angelo Cremone, presidente di Sardegna Pulita, che ha annunciato un nuovo sit-in per ribadire ancora, ancora e ancora, un netto No contro il “massacro dello Yemen con le bombe made in Sardinia”.
La manifestazione è stata fissata per il 17 ottobre alle ore 10.30, sotto il palazzo della Regione in viale Trento, a Cagliari. Le associazioni Sardegna Pulita, Usb, Cobas Scuola e Cagliari Social Forum invitano tutti a partecipare “per evidenziare come questa giunta taccia di fronte a quello che accade nella fabbrica di morte a Domusnovas”.
Angelo Cremone, da sempre in prima linea in questa battaglia di civiltà, evidenzia l’indifferenza della Regione di fronte al problema. “La giunta regionale rimane spettatrice di una guerra tra ‘poveri’: noi attivisti da una parte, i lavoratori di Domusnovas dall’altra. La Regione deve trovare una soluzione, un progetto, una valida prospettiva per riconvertire al più presto la fabbrica delle bombe”.
“Quello è un lavoro che dà la morte” continua Cremone, rivolgendo un appello ai lavoratori di Domusnovas. “Non possiamo continuare con il mors tua vita mea. Quelle bombe le portano in guerra, uccidono le persone. Abbiamo documenti, foto di uomini e bambini che hanno all’interno del loro corpo i frammenti di quegli ordigni: beh, sappiate che lì ci sono le vostre impronte. E allora non dovete più accettarlo, la Sardegna non deve essere etichettata come l’Isola delle bombe”.
“Deputati, consiglieri regionali, stanno tutti zitti” continua Cremone. “Ma noi abbiamo la necessità di insistere: mercoledì organizzeremo una delegazione sarda per tornare a Roma e chiamare un causa il presidente della Repubblica, quale garante di una Costituzione che è stata violata. Noi – annuncia – ci presenteremo sotto il Quirinale e chiameremo in causa proprio Sergio Mattarella, che parla tanto di etica su tutti i livelli, ma tralascia quello che è sotto gli occhi di tutti”.