“Crediamo talmente tanto nel futuro di questo settore e nelle migliaia di persone che ci lavorano che abbiamo organizzato 11 tavoli tematici, 6 tavole rotonde in cui sono stati coinvolti oltre 500 addetti ai lavori che hanno permesso agli Stati generali dell’Agricoltura 2018 di far incontrare portatori di interesse che neanche si conoscevano”. Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, in occasione della chiusura della tre giorni per fare il punto sul settore.

“Ci è stato chiesto – ha osservato Caria – che un appuntamento come gli Stati generali non sia una iniziativa isolata nel tempo, ma che abbia una continuità e una cadenza periodica da portare anche nei territori della Sardegna. Un modo per fare bilanci costanti sugli obiettivi raggiunti o ancora da perseguire”.

Entrando nel merito delle questioni affrontate, l’assessore ha spiegato che “una delle criticità maggiori, che riguarda sostanzialmente quasi tutti i comparti, è la frammentazione delle produzioni e la difficoltà di mettere assieme le aziende per convogliarle verso mercati di largo consumo. Poi c’è il limite dell’insularità, il gap tecnologico e infrastrutturale che interessa tutta la filiera: dalla produzione alle vendite passando per la trasformazione. È necessario quindi programmare nuovi investimenti in termini economici, di conoscenza e formazione. Valorizzare ancora di più l’agricoltura istruita dove i nostri giovani siano al passo dei loro coetanei europei e mondiali. La chiave di volta dell’agricoltura dei prossimi decenni – ha detto ancora l’assessore – è nell’agricoltura di precisione: su quei processi che riducono i costi e su cui noi sardi dobbiamo investire garantendo però sempre la qualità delle nostre produzioni. Permettere ad agricoltori e allevatori di lavorare meglio e di massimizzare i profitti non deve portare affatto a rinunciare alle eccellenze agroalimentari: il vero punto di forza del brand Sardegna”.