“Fiore Gemello” di Laura Luchetti ha ricevuto una menzione speciale Fipresci (Federazione internazionale dei critici cinematografici) al 43/o Toronto International Film Festival.
Girato in Sardegna, il lungometraggio presentato l’8 settembre in anteprima mondiale, è stato il solo film italiano in concorso a tornare a casa con un riconoscimento. L’opera di Luchetti, unica regista donna tra gli autori italiani selezionati, sarà presto in concorso anche ai BFI London e Busan International Film Festival.
Interpretato dagli esordienti Kallil Kone e Anastasyia Bogach, secondo lungometraggio della regista, racconta la storia d’amore tra due adolescenti: un immigrato africano clandestino e la figlia di un trafficante di migranti, entrambi in fuga da un passato che vogliono dimenticare.
Intraprendono così un pericoloso viaggio attraverso terre deserte, paesi, boschi e paesaggi misteriosi e bellissimi di una Sardegna lontana da ogni cliché, impreziosita dallo sguardo di Ferran Paredes Rubio. Il film è stato girato tra Sant’Antioco, Gonnesa, San Giovanni Suergiu, Ussana, San Sperate, Senorbì, Assemini e Siliqua con il sostegno di Regione e Sardegna Film Commission. È prodotto da Picture Show in associazione con Donkadillo Films e Rai Cinema, International sales Fandango. Sul set Franco Pintus e Salvatore Aresu, autori dei costumi, Mauro Addis e Alessandro Pani nel cast.
“Kallil Khone era sceso da un barcone proveniente dalla Libia pochi mesi prima che iniziassimo le riprese – racconta Laura Luchetti – A piedi dalla Costa d’Avorio era arrivato in Libia dove si era imbarcato per l’Italia a bordo di uno dei tanti gommoni che spesso non ce la fanno ad arrivare a destinazione.
Voleva fare l’attore. Lo guardavo muoversi e recitare durante il provino. È un dono il suo, un talento ruvido, uno sguardo che si porta dietro un orrore che noi non possiamo nemmeno immaginare.
La ricerca del protagonista è stata piena di emozioni contrastanti: ho incontrato a Roma e Cagliari centinaia di ragazzi, tutti con lo stesso dolore, con una storia di fughe, perdite enormi, speranze impossibili, eroiche. Tutti arrivati su un barcone. Kallil è un esempio di una storia memorabile”.