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Il Ddl sulla nuova legge urbanistica che approderà in Consiglio regionale domani viene bocciato dalla commissione istruttoria del Consiglio delle autonomia locali (Cal): per i sindaci presenta un “eccesso di burocratizzazione”, vi è una “pressante azione di controllo della Regione sui Comuni” e non affronta “il problema dello spopolamento della zone interne”.

Un giudizio severo. “Dalla lettura del testo del Ddl, si teme che le aspettative dei Comuni possano rimanere deluse – scrivono i sindaci -: invece di tendere verso la semplificazione, si perde in un insieme di regole e procedure di difficile applicazione. Cosa che ostacolerà l’attività dei comuni, dei cittadini oltre che la Regione stessa”. I componenti della commissione denunciano anche “l’assenza di una convocazione ufficiale dell’Assemblea del Cal, che dovrebbe esprimere il parere degli Enti locali sulla legge stessa”. “La Regione – proseguono poi gli amministratori – non riforma se stessa, ma lascia distinte le competenze sul tema tra i vari assessorati invece di costituire un’unica regia all’interno, aggravando, così, l’applicazione della norma da parte dei comuni”.

In particolare il Cal parla di “nuova e pressante azione di controllo che la Regione andrà ad esercitare sull’attività del Comune” e teme che “possa limitare le scelte intraprese dall’ente, con il grave rischio di compressione del diritto costituzionalmente sancito con cui lo Stato delega al Comune le competenze in ordine alla pianificazione”. I sindaci si soffermano poi su un altro punto dirimente. “La nuova norma, così predisposta, disciplinerà la gestione del territorio come se la Sardegna fosse un omogeneo territorio, prescindendo dalle specifiche situazioni che differenziano i territori”. “La Sardegna non è solo costa – sottolineano i sindaci – ma anche e soprattutto territorio interno. I territori rurali, che sono la quasi totalità del territorio sardo, sono normati con le medesime regole senza tenere conto delle specificità del mondo agricolo locale”.