Un mestiere troppo spesso ignorato e sottovalutato, la cui importanza nella maggior parte dei casi è risultata essere inversamente proporzionale agli investimenti messi in campo dalle istituzioni. Stiamo parlando dei bagnini di salvataggio: uomini, donne, ragazzi e ragazze che mettono la loro vita in serio pericolo, giorno dopo giorno, con coraggio e grande impegno, per salvare quella di tante persone che si trovano a dover fronteggiare le insidie dei mari che circondano la nostra bellissima isola.
Quest’estate però un caso, più unico che raro, ha smosso le acque: in una piccola cittadina in provincia del Sud Sardegna le istituzioni locali hanno deciso di andare controcorrente e riconoscere il valore di un servizio la cui essenzialità, purtroppo o per fortuna, non ha tardato a rivelarsi: stiamo parlando di Arbus, un borgo di poco più di 6.000 anime, conosciuto anche per le splendide località balneari della Costa Verde. Il comune, all’inizio della stagione turistica, ha infatti investito la bellezza di 70.000 euro per il periodo che andava dal 1 luglio al 31 sagosto, più altri 16.000 euro per una proroga fino al 16 settembre, nel tentativo di rendere sicuri i suoi oltre 50 km di litorale. L’unico in Sardegna ad aver tenuto attivo il servizio pubblico di salvamento, tramite la ditta Sandalian Sea, anche a settembre (obbligatorio per legge solo sino alla fine di agosto), per la prima metà tutti i giorni e nei weekend fino al 31 del mese.
Sei postazioni, quattordici bagnini regolarmente assunti dalla società che si era aggiudicata l’appalto, torrette, materiale medico e attrezzature hanno reso possibili ben quaranta salvataggi, quaranta persone quindi che, forse, anzi probabilmente, oggi sono con le proprie famiglie, sul posto di lavoro, al cinema, in ristorante, grazie a loro, più centinaia di interventi per punture, ferite e infortuni vari riportati bagnanti.
Troppe volte politici ed enti si dimenticano che senza sorveglianza, senza sicurezza, si rischia la vita e, in un momento storico come questo, segnato da tragedie che si sarebbero potute evitare se l’avidità avesse, talvolta, ceduto il passo all’umanità, un plauso va alle istituzioni di Arbus che, con la scelta di investire in un servizio indispensabile, ma spesso preso sottogamba, hanno permesso a decine di persone, in quest’estate ballerina, di tornare ad abbracciare i propri cari.