Anche il personale Ata della scuola prepara le valigie a pochi giorni dall’inizio ufficiale delle lezioni: i dipendenti che hanno perso il posto per le restrizioni dell’organico di diritto dovranno andare a lavorare su altri sedi. Lo denunciano in una nota congiunta Cgil, Cisl, Uil e Gilda. E si ripropongono i problemi dei docenti mandati lontano da casa. “Quando si perde il posto e si viene ‘trasferiti d’ufficio’ – denunciano i sindacati – non viene solo peggiorata la qualità della vita del personale, ma si assiste di fatto ad una riduzione dello stipendio”.

I calcoli sono presto fatti. “Non esiste un rimborso spese per le trasferte – spiegano le quattro sigle – Se poi la scuola disponibile nella quale si è stati trasferiti dista 80 chilometri si capisce il disagio economico che ne deriva perché il taglio delle retribuzioni è presto fatto: un distanza di 80 chilometri porta ad una spesa, solo per la benzina, di oltre i 250 euro al mese”. “Banale dire che non esistono mezzi pubblici alternativi – insistono i sindacati – per garantire gli spostamenti con la flessibilità degli orari scolastici. Quindi l’alternativa è l’affitto di un alloggio nella nuova sede, con costi che possono solo peggiorare. E parliamo di collaboratori scolastici con uno stipendio netto inferiore ai mille euro”.

La soluzione, secondo i sindacati, c’è. “Eppure il posto esiste e verrà assegnato ad un supplente – denunciano – Non c’è alcuna disposizione che impedisca il rientro di questo personale, anzi questa possibilità è stata prevista e attuata anche dallo stesso ufficio scolastico regionale negli anni scorsi”. La proposta all’Ufficio scolastico regionale: “permettere al personale perdente posto di rientrare nella sede di precedente titolarità prima dell’assegnazione delle supplenze sui posti in deroga”.