“Lo Statuto della Sardegna non ammette tradimenti e deve essere attuato nel modo corretto, riconoscendo il diritto sovrano del popolo sardo sancito dal contenuto dell’articolo 8. Oltre tre miliardi di euro all’anno: questa è l’entità del credito cui la Regione avrebbe diritto se venisse riconosciuta all’Isola la quota di compartecipazione sulle accise gravanti su tutti i prodotti petroliferi fabbricati e consumati nella nostra Sardegna”.
Così i Riformatori ritornano alla carica sul “tesoretto”, stimato “per difetto” e legato alla produzione dei prodotti petroliferi.
I Riformatori rilanciano la battaglia per le accise sostenendo che “lo Stato nega alla Sardegna un diritto: quello di ottenere risorse economiche dovute, data la presenza a Sarroch della Saras, una delle più importanti del mondo”, afferma il coordinatore regionale Pietrino Fois. “Su quella produzione – dicono i Riformatori – i sardi devono ottenere quanto è dovuto, mentre ad oggi lo Stato trasferisce alla Regione solo le accise calcolate sulla benzina e sul gasolio consumati nell’isola”.