«Siamo alle battute finali di un centrosinistra che si ostina a considerare le aziende pubbliche, non come un servizio reso alla collettività, ma come terreno di spartizione politica. Sulla vicenda Abbanoa, in questi anni la Regione ha brillato per la sua colpevole assenza, lasciando i cittadini da soli ad affrontare il delirio delle bollette pazze, dei conguagli spesso non dovuti, delle minacce di slaccio e del pignoramento del conto. Oggi, in prossimità delle nuove nomine, la Giunta si risveglia, ma per imporre manager di fiducia nella gestione della società».
È quanto afferma Andrea Vallascas, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, in merito al dibattito sull’avvicendamento dell’amministratore unico di Abbanoa, in programma domani nel corso dell’assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio 2017.
«Abbanoa – spiega Vallascas – ha bisogno di una gestione efficiente, di conti in ordine e di recuperare il rapporto con dipendenti e cittadini, compromesso da anni di disservizi e di pratiche commerciali che l’Antitrust ha considerato aggressive».
«L’acqua – aggiunge – è un bene pubblico, come hanno ribadito i cittadini con il referendum del 2011. La società di gestione non può sottostare a logiche di mercato, a speculazioni o, peggio, a lottizzazioni politiche. Viceversa stiamo assistendo a uno spettacolo decisamente vergognoso che mette in primo piano metodi e pratiche che nulla hanno a che vedere con la gestione di un bene essenziale e necessario come l’acqua».
«Uno spettacolo – prosegue – che sta facendo passare in secondo piano sia la gestione burrascosa, che ha causato molteplici disservizi e disagi agli utenti, sia i contenuti stessi del bilancio della società. Un bilancio che contiene molte ombre come i circa 600 milioni di debiti, compensati con altrettanti 600 milioni di crediti verso i clienti: cifra abnorme, oggettivamente irreale e, nella sostanza, in buona parte inesigibile, visto che la stessa società sta provvedendo a rimpinguare gli accantonamenti per il fondo di svalutazione dei crediti».
«Tutto questo – conclude Vallascas – è lo specchio di una gestione caotica del servizio idrico integrato, nel quale ha pesato l’assenza della politica nel saper indicare linee di condotta e nel vigilare a garanzia dell’accesso del cittadino a un bene primario come l’acqua. Una politica colpevolmente “distratta”, salvo essere presente in occasione delle nomine».
Andrea Vallascas – Movimento 5 Stelle