“La situazione di Ottana è molto meno rischiosa rispetto a quella di altri siti industriali, ma richiede comunque un approfondimento e un continuo monitoraggio”. E’ la posizione dei tecnici dell’Assessorato all’Ambiente sentiti dalla commissione d’inchiesta sulle politiche industriali nell’area di Ottana presieduta da Luigi Crisponi (Riformatori).

In particolare, il direttore generale Paola Zinzula ha spiegato che “dal 2009 è attiva nella Regione Sardegna la rete di monitoraggio sulle aree industriali di Assemini, Sarroch, Ottana e Porto Torres”. Ebbene, le indagini hanno evidenziato “un’assenza di contaminazione sui terreni insaturi e sul top soil (i primi dieci centimetri di terreno) e una contaminazione limitata all’acqua di falda con eccedenze per lo più puntuali e di non elevata entità”.

Crisponi, da parte sua, ha chiesto un approfondimento “chiaro, dettagliato e aggiornato, che specifichi in che modo e in quali punti siano stati fatti i rilievi, con i relativi dati”, nonché “una relazione sull’analisi delle acque del Tirso nella zona che insiste sull’ex area industriale di Ottana”.

Infine, l’assessora all’Ambiente Donatella Spano ha spiegato di aver chiesto che il sito di Ottana venga riconosciuto come area speciale, questo servirebbe a ottenere maggiore supporto da parte dello Stato, in termini di risorse e di agevolazioni, lasciando però la cabina di regia alla Regione. Per l’assessore questa strada è preferibile rispetto al riconoscimento dell’area come Sin (sito di interesse nazionale), che comporterebbe il passaggio di competenze dalla Regione al Ministero dell’Ambiente e, quindi, ogni singola autorizzazione richiesta per Ottana dovrebbe essere rilasciata da Roma.