Sarebbe stata la gelosia a scatenare la violenta aggressione di cui è stata vittima Zeneb Badid, 34 anni, la donna marocchina del cui decesso sono accusati due suoi connazionali, Jalal Hassissou, 40 anni, residente ad Arzachena, e Soufyane El Khedar, 36 anni, residente ad Abbiadori, che si trovano nel carcere di Tempio Pausania in attesa dell’udienza di convalida prevista per oggi.
Secondo quanto sta facendo emergere l’inchiesta del sostituto procuratore di Tempio Cristina Carunchio, titolare delle indagini portate avanti dai carabinieri col coordinamento del comandante del reparto territoriale di Olbia, Alberto Cicognani, i tre avrebbero trascorso la domenica insieme in una casa di campagna in località “Stazzu di Calcinaiu”, vicino a Baia Sardinia. E lì si sarebbe consumato il pestaggio, che sarebbe stato provocato dalla gelosia di Jalal Hassissou, infastidito dai presunti ammiccamenti di un altro connazionale nei confronti della donna.
Prima una discussione culminata con un pugno in pieno volto. Poi i calci e i pugni. Infine Zeneb Badid è stata presa per i capelli, e la sua testa sbattuta più volte contro il water e il lavandino del bagno, riducendola in fin di vita. A far scattare le indagini dei carabinieri è stata la segnalazione del personale del Pronto soccorso di Olbia, dove la donna era arrivata a bordo di una medicalizzata del 118 partita dalla guardia medica di Arzachena. Sino alla guardia medica l’avevano portata i due amici, raccontando di una caduta accidentale alla quale gli investigatori non hanno creduto. Secondo la loro versione, è stato Jalal Hassissou a trovarla in un giardino. Era svenuta e l’ha soccorsa poi portata al Pronto soccorso.