“Facile ora sedermi dalla parte della ragione dopo avere preso badilate di merda. Ma io ve l’avevo detto. Con la mia solita onestà intellettuale e diciamolo, anche contro i miei interessi”. Sono passati 5 mesi da quando Patrizia Cadau, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Oristano, avanzò forti critiche in merito al metodo di scelta dei candidati del partito di Di Maio per le Politiche 2018.
“Se invece di scegliere candidati in base alla militarizzazione del territorio – scriveva a febbraio Cadau –, epurando chi ha speso anni di energie per il nostro programma, eliminando la base dai processi decisionali e favorendo candidature e ricandidature facili e pieghevoli ai diktat, ma garantendo la democrazia interna, non saremmo nelle condizioni di fare queste figure indegne. Da tutto ciò mi dissocio. Per dignità. Per aderenza a tutto ciò per cui finora mi sono spesa”.
Ora, con il terremoto di Andrea Mura, ‘velista’ del Parlamento assente per il 96% delle votazioni alla Camera, le dichiarazioni di Cadau sono diventate profetiche. “Io ve l’avevo detto”.
Mario Puddu, ex sindaco di Assemini, coordinatore di M5S in Sardegna e curatore delle Politiche 2018 nell’Isola, ieri ha fatto dietrofront sul nome di Mura: “Sulla vicenda condivido completamente le parole dei capigruppo alla Camera e al Senato”. Il velista però si è difeso: “Il Movimento sapeva quale sarebbe stato il mio ruolo. D’altronde, con la maggioranza schiacciante che i Cinque Stelle hanno alla Camera, che io sia presente o meno non fa alcuna differenza”.
La bufera non si è di certo fermata, costringendo anche Di Maio e Di Battista a esprimersi in merito. “Non dovrebbe, doveva già dimettersi” ha detto il vicepremier, mentre Di Battista ha tuonato poche ore fa: “Ci andasse pure in barca, senza essere parlamentare e restituendo gli stipendi che si è preso fino ad oggi”.
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