Avevano progettato di trafugare non solo la salma di Enzo Ferrari, il fondatore della scuderia di Maranello, dal cimitero di Modena, ma anche le spoglie del tenore Luciano Pavarotti dal piccolo camposanto di Montale Rangone, a pochi chilometri da Modena. Pesanti condanne per la banda accusata dalla Dda di Cagliari di associazione a delinquere e traffico di droga e armi, salita alla ribalta delle cronache nazionali per quei piani di ‘sequestro’ dei corpi di due personaggi-culto della storia italiana

Il Gup Michele Contini, a conclusione del processo con rito abbreviato, ha inflitto 20 anni di reclusione al presunto capobanda Antonio Mereu, noto Caddina, emettendo altre diciassette condanne tra i dieci anni e un anno e quattro mesi per gli altri imputati. Accolte quasi per intero le richieste del procuratore aggiunto Gilberto Ganassi, titolare del fascicolo e coordinatore dell’indagine. La banda sgominata dalla Direzione distrettuale Antimafia operava tra l’Emilia Romagna e la Sardegna, con base a Orgosolo, occupandosi oltre che di traffici di droga, soprattutto cocaina e eroina, anche di armi sottratte all’Esercito prima della demolizione.

Quanto ai progetti di furto delle due salme, sono emersi nel corso delle indagini attraverso le intercettazioni, ma la banda non è riuscita a metterli a segno perché nel frattempo erano già scattati gli arresti da parte dei carabinieri. Lo scopo era chiaramente il riscatto da chiedere ai familiari in cambio della restituzione dei corpi. L’importante era fare soldi e un modo facile per farli era prelevare, appunto a scopo di estorsione, le spoglie di personaggi famosi. A Nuoro, nel frattempo, è già iniziato il dibattimento al resto degli imputati, 15 in tutto, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di armi e droga, estorsioni e altri gravi reati.