“La Regione impone ai pazienti affetti da artrite reumatoide e spondilite anchilosante, in cura da tempo con i farmaci originator, di utilizzare i farmaci bio-similari (equivalenti), mettendo in pericolo la salute dei malati e in nome di un risparmio solo presunto”.
L’accusa arriva dai consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu e Gianni Lampis, che preannunciano una mozione sul tema che preoccupa pazienti e famiglie.
“Tanti malati, che da tempo seguono con buoni risultati una terapia con i farmaci originator, ora devono cambiare piano curativo per volontà dell’assessorato alla Sanità che vuole acquistare solo farmaci bio-similari”, denuncia Truzzu. “Tutto questo in aperta violazione della Legge 232 del 2016 sulla continuità terapeutica”.
“Come se non bastasse, la Regione impone ai medici curanti di prescrivere loro i farmaci bio-similari, invece di quelli da sempre indicati, scaricando sui medici la responsabilità di una scelta tutta politica”, aggiunge Lampis.
Il cambio di terapia deciso dall’Assessorato viene giustificato da scelte di risparmio per le casse regionali, ma secondo gli esponenti di FdI questo è falso. “Non c’è alcun risparmio per la sanità sarda – spiegano – in quanto la casa madre degli originator ha già proposto di far pagare il proprio farmaco come quello bio-similare, per cui non c’è alcuna ragione di insistere col cambio della terapia fino adesso applicata con successo”.
“Il sospetto è un altro, per Lampis e Truzzu. “Solo altre due Regioni hanno deciso il cambio dei farmaci, la Toscana e il Piemonte. Parliamo della Regione da cui provengono i nuovi vertici della sanità sarda, che stanno imponendo il nuovi farmaci, non si capisce bene per quale motivo, mentre la scelta della terapia migliore deve rimanere in capo al medico curante, in stretto rapporto col suo paziente”, concludono.
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