“Gli autori delle squallide minacce contro la giornalista Alessia Orbana non hanno la minima possibilità di condizionare la sua attività giornalistica. Hanno invece concretissime probabilità di dover rispondere alla giustizia delle loro azioni criminose, e l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Assostampa sarda faranno tutto quanto in loro potere perché questo accada”.
E’ quanto sostengono, in una nota congiunta, Ordine e Assostampa che, a nome e per conto di tutti i giornalisti sardi, affiancheranno legalmente e sindacalmente la giornalista dell’Unione Sarda vittima di insulti e minacce sui social network, in tutte le azioni utili a tutelare la sua serenità, la sua libertà di espressione e la sua azione professionale.
Sul caso è intervenuto il Cdr dell’Unione Sarda: “L’Ardia dovrebbe essere soltanto uno spettacolo di fede e tradizione, invece per qualcuno stavolta è diventata l’occasione per dare il peggio di sé: insulti e minacce a una giornalista colpevole di aver raccontato quanto – purtroppo – è accaduto a Sedilo. La cronaca di un incidente che ha rovinato una festa sentita. Facile quanto assurdo prendersela con una cronista. Non è la prima volta che Alessia Orbana viene attaccata in occasione dell’Ardia. Stavolta si è superato il limite, le minacce sono state pubblicate su Facebook con tutto quel che ne consegue. Se ne occuperanno le forze dell’ordine. Il Comitato di redazione e l’intera Unione Sarda intendono manifestare sostegno alla collega di cui siamo orgogliosi per il lavoro che svolge ogni giorno con puntualità , passione e coraggio, consapevoli che due frasi mal scritte e peggio pensate non possano fermare la libera stampa. Né l’Ardia”. Solidarietà anche dai colleghi de La Nuova Sardegna. “Ancora una volta, aver riportato la cronaca di quanto accaduto, ha trasformato una giornalista nel bersaglio di commenti minacciosi e oltraggiosi. E’ accaduto alla corrispondente dell’Unione Sarda Alessia Orbana, che per la cronaca dell’Ardia è stata al centro di minacce pubblicate su Facebook. Un episodio grave – denuncia il Cdr del quotidiano – che ancora una volta vorrebbe intimidire chi svolge semplicemente il suo lavoro. Senza entrare nel merito delle conseguenze delle azioni di questi sconsiderati, i cui atti saranno materia per le forze dell’ordine, il Comitato di redazione della Nuova Sardegna e tutti i redattori esprimono sostegno e vicinanza alla collega, e condanna per un sistema intimidatorio che certamente non metterà il bavaglio a chi con libertà e coscienza svolge il proprio lavoro”.