La polizia dentro Sa Duchessa e lo sgombero del centro studi ci costringono ad archiviare la favoletta dell’Università come spazio libero e di cultura critica.
Oggi la cultura ha dovuto cedere al manganello della forza pubblica, oggi la libertà delle idee è stata repressa dall’istituzione che dovrebbe difenderla.
Dovrebbe, nei fatti l’unica libertà che ci concede è quella di rispettare regole già scritte, non perché siano giuste, ma perché sono regole. Quando ci siamo presentati in via Università la Rettrice non ha neppure tentato di giustificare una decisione gravissima come quella di autorizzare l’ingresso delle divise in facoltà, ha proseguito con la tiritera dell’associazione, come se niente fosse. È sconcertante che un avvenimento del genere sia considerato normale e lascia una profonda inquietudine constatare come ormai tutto sia concesso in nome della legalità, tanto più se non si parla di Lega e Cinque Stelle ma di un’icona del “progressismo” cagliaritano, il che è tutto dire.
Lo sgombero non è che la conferma dei limiti che imputiamo al sistema universitario e della produzione culturale, limite che oggi è stato colmato con la prepotenza della polizia, ma che un giorno saremo costretti a pagare.
A questo punto non si tratta di fare appelli alla solidarietà, come abbiamo detto in precedenza non si tratta più di un contenzioso tra il collettivo universitario autonomo e la Del Zompo, la questione riguarda ora tutti gli individui e i gruppi interni ed esterni all’Università di Cagliari: se oggi si sgomberano con leggerezza dei ragazzi che semplicemente studiando hanno affermato il loro dissenso quali provvedimenti verranno adottati in futuro rispetto alle varie forme di protesta politica?
La solidarietà senza un apporto concreto non basta visto il clima politico in cui ci troviamo, adesso più che mai serve il contributo diretto di tutti e di tutte, per questo vi invitiamo all’assemblea che si terrà oggi 12 luglio alle 17 in Magistero.
Firma: Centro studi autogestito Casteddu
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