Pubblichiamo una riflessione di un nostro lettore, a firma ‘Aldo Lotta Cagliari’ che, come dice nella sua piccola presentazione, “può essere una testimonianza delle contraddizioni pesanti del nostro universo accademico”.

Vi proponiamo il testo integrale della sua riflessione:

“La cultura è … organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri”. [Gramsci]

ll 17 Maggio di quest’anno ho potuto assistere, a Cagliari, alla visione di un bellissimo documentario, con immagini di estrema rilevanza storica, sull’evolvere nel corso di 70 anni, della protesta e della resistenza dei Palestinesi nei confronti dell’occupazione israeliana. Il documentario, inserito nel programma culturale dell’Israeli Apartheid Week, veniva proiettato presso uno spazio pubblico, il Centro Studi Autogestito Casteddu, aperto dagli studenti nel piano terra del corpo di Psicologia del complesso universitario di Sa Duchessa. Spazi esigui, ma molto ospitanti; riflettevano il clima di serenità ed entusiasmo del gruppo di studenti che mi accoglievano. Le pareti occupate da scaffali pieni di libri: filosofia letteratura, storia e politica sarda; molti i libri di e su Gramsci. Non mi era difficile riscontrare in quel luogo quanto dichiarato nello spazio face book del gruppo: il genuino bisogno di “formazione e di produzione di sapere e cultura attraverso uno studio critico e orizzontale”. Scoprii in seguito che quei locali, ora così ordinati e pieni di fascino, erano stati, nella loro precedente vita, un magazzino, sporco e abbandonato e immaginai la gioia delle persone che erano riuscite a ricavare da spazi tristi e privi di un minimo orizzonte di vita un piccolo crogiolo di cultura e sana allegria. Fantasticai anche su quanto questa iniziativa sarebbe piaciuta al “nostro” Gramsci, così apprezzato negli ambiti accademici di tutte le latitudini, che insisteva sull’importanza vitale della cultura per i giovani e per la salvaguardia dell’umanità. Scoprii anche che nell’ex sgabuzzino, si succedevano avvenimenti che celebravano il sapere, come proiezioni di film e seminari e incontri su Leopardi e il pensiero complesso, su Musica e Identità, su Sessualità e Liberazione, su Africa e migrazione…

Oggi, da alcuni giorni, questa nuova vita del nostro sgabuzzino non c’è più, in quanto l’istituzione ha ritenuto, evidentemente, che il suo protrarsi fosse illegale e dannoso. Sono stati scacciati gli occupanti, sistemati nuove adeguati sistemi di chiusura alla porta e poste a custodia dello sgabuzzino delle guardie giurate.

Ho percepito allora la vicenda di quel luogo pubblico, un tempo “inutile e dimenticato”, situato in un recesso quasi nascosto del corpo accademico, come l’accendersi, pur per pochi attimi, all’interno di un organismo stanco e sofferente, di un’autocoscienza vitale, di un sussulto di dignità. E so per certo che ciò che è accaduto, per merito di un gruppo di persone aperte e consapevoli, è destinato ad andare avanti, a crescere, con il coinvolgimento di chi crede che la conoscenza libera ci possa salvare. E so anche per certo che quel piccolo spazio, pubblico ma chiuso, terrà viva la memoria del proprio momento di rivincita.

‘Aldo Lotta Cagliari’