L’articolo è l’opinione di Mimmo Domenico Di Caterino, docente di Discipline Plastiche del Liceo Artistico Statale “Foiso Fois” di Cagliari e curatore di www.cagliariartmagazine.it:

Che lavoro è quello dell’artista?
A cosa servirebbe mai un’Accademia di Belle Arti a Cagliari?
A certi rumors e bisbigli Casteddai, sarebbe necessario fare capire come l’Accademia, e gli artisti che si formano al suo interno, è uno spazio di indagine e comprensione della cultura del proprio tempo, in un’Accademia si apprende e comprende come adeguarsi al proprio tempo prevedendone i trend, come criticare i cambiamenti e stimolarli.

La creatività residente, è necessaria per opporsi allo spirito del tempo; per navigare contro il conservatore pedante e indottrinato; per formare dei provocatori culturali in grado di disturbare, animare, risvegliare, attrarre, incoraggiare e provocare.
Lo scopo del creativo è quello di tendere alla follia per sondare il limite della cognizione e della razionalità, la creatività è l’adrenalina che razionalizza il limite della follia esorcizzandola; l’arte è il linguaggio teso fino all’orlo del burrone, chi non si spinge fin quel limite è un mestierante conservatore nato per essere artigiano, chi non sonda il limite è il Maestro e non l’allievo.

La sfida dei linguaggi dell’arte è che l’artista che li pratica ed esercita nel quotidiano, in autonomia deve comprendere il limite e dare forma al suo linguaggio, arrivare al giusto limite del linguaggio senza cascare nel burrone del non avere concluso e determinato niente è il mestiere dell’artista.

L’artista è un medico che scruta il tempo e offre in dono la sua medicina, un curatore e un terapeuta che reputa il suo linguaggio spiritualmente e culturalmente necessario per salvare delle vite.

Gli artisti sono provocatori culturali, sono pervasi di potere sovvertire tutte le autorità, vivono con la consapevolezza profonda, che lavorare in maniera tradizionale è un biglietto di sola andata per l’oblio del presente, del passato e del futuro, sanno che con la loro creatività devono sorprendere, ma per andare oltre l’autorità devono vivere con l’autorità, per rompere con l’Accademia devono vivere in un’Accademia.
Cosa è la creatività?
La capacità di penetrare dentro di sé, viversi e tirare fuori la propria anima tradotta in linguaggio.
Linguaggi e ricerca però, non nascono per caso, si nutrono di disciplina e talento.
Dove si trova e studia il talento a Cagliari?
Abusivamente in Via San Saturnino, istituzionalmente soltanto nella galleria Comunale Ugo Ugo e al Museo Archeologico nella cittadella dei Musei; soltanto in questi due luoghi è possibile rintracciare un principio d’epifania, degli sprazzi di biologia dei linguaggi dell’arte che s’insinuano nel sistema nervoso centrale, prima di tatuarsi a stampo nella mente.
Entrambe le collezioni andrebbero però nutrite, di cultura, di arte e di didattica diffusa, che dovrebbe arrivare da un’Accademia di Belle Arti.
La Domenica mattina, la galleria Comunale di Cagliari, nel nome di Ugo Ugo, dovrebbe essere popolata e studiata d’artisti residenti in formazione, tra i 18 e i 30 anni, in grado emotivamente di shockarsi per quello che la storia dei linguaggi dell’arte in Sardegna può offrire loro.

Non si può affidare la comunicazione, sul senso dell’arte contemporanea di una città Metropolitana come Cagliari, al solo web, il web nel nome del consenso celebra il trash.
Il web può soltanto nuovamente sommergere i giganti di Monti Prama (non chiamateli eroi, gli eroi si celebrano).

Serve nutrire cervelli, serve consentire agli artisti residenti in formazione, nutrirsi del proprio passato, di potere studiare le presenze artistiche residenti e porsi delle domande; serve valutare scelte di percorso in libertà e non lasciarsi prendere in giro dalla retorica degli algoritmi dei social network.

La Storia, la propria storia, è altro, l’Accademia è il luogo dove s’inventa il futuro, per inventare il futuro serve conoscere il proprio passato, altrimenti dove si va con i web designer, app designer e animatori digitali?

Il passato lo si conosce e lo si comunica, se si sa disegnare, l’Accademia servirebbe a svecchiare l’utenza della collezione Comunale Ugo Ugo rendendola viva, disegnando idee; come si può diventare Pittori, Scultori, Designer, Registi, grafici, fascion Designer, Scenografi, Decoratori, Inventori, Scienziati o Imprenditori altrimenti?
A cosa serve la Collezione Ugo Ugo senza un’Accademia?

L’arte mette a fuoco un concetto o un’idea con un disegno, chi non disegna è destinato alla cecità della creatività; uno schizzo, almeno uno schizzo al giorno è necessario per qualsiasi professione fondata sulla cristallizzazione delle idee.
Il disegno migliora la comunicazione, aiuta e alimenta la gioia della provocazione, il fluire del linguaggio creativo è imprevedibile ed evade sempre dalla monotonia; nessun travaglio e tormento, volontà di ricerca che crea dipendenza, bisogno di necessità primaria; l’arte è coma l’acqua, il cibo e il sesso; la creatività determina l’euforia del progetto, è un viaggio che spinge a lavorare di più, non per profitto, l’artista lavora per la perfezione etica tradotta in senso estetico.

Chi non avrà gli strumenti per studiare e comprendere la collezione Ugo Ugo, potrà solo ripeterla ed emularla, non ci sarà nessuno scatto futuro se non nascerà un’Accademia di Belle Arti di Cagliari a prelevare la storia.

Mimmo Domenico Di Caterino