In cinque anni il prezzo del grano si è abbassato di circa il 50%, dai 30 euro al quintale del 2014 ai 15-16 euro del 2018. I costi di produzione, 24 euro al quintale, sono più alti di quelli incassati dalla vendita. Non solo: l’umidità persistente e gli sbalzi di temperatura hanno creato l’ambiente ideale per lo sviluppo dei parassiti. Questo ha abbassato la qualità, con un peso specifico passato da una media di 81-82 a 72-73. E’ lo spaccato che emerge dal dossier sul grano illustrato oggi a Sanluri da Coldiretti Cagliari, in occasione di un’assemblea dei cerealicoltori del territorio. Focus anche sui numeri che riguardano il passaggio dal campo alla pasta, dove si registra un aumento del prezzo di circa il 500%, e dal grano al pane (+1400%).
Secondo l’associazione, “lungo la filiera c’è qualcuno che perde e qualche altro che intasca lauti compensi. Chi perde, come al solito, è chi lavora la terra”. In un contesto simile c’è il rischio che i cerealicoltori spariscano. Da un’indagine di Laore risulta che nel quindicennio che va dal 2000 al 2015 i contadini che coltivavano grano si sono dimezzati (da 12.395 a 6.190, -50,1%), mentre negli ultimi 3 anni se ne è perso un ulteriore 10-12%. Impressionanti anche i numeri sulle superfici coltivate a grano duro: la Sardegna, tra la fine dell’800 e inizi ‘900, era la seconda regione con 158mila ettari su 1,29 milioni totali. Oggi gli ettari coltivati sono appena 30.584.
Come scongiurare il fallimento totale di un settore storico per l’agricoltura sarda? Di certo – fa sapere Coldiretti – la conquista dell’etichettatura di origine nella pasta è stato un fatto storico, ma non basta. Bisogna togliere il segreto sulle importazioni: “Spesso l’importato è grano vecchio di oltre 4 anni che viaggia in condizioni igienico sanitarie discutibili. Per questo ci deve essere il blocco delle importazioni a dazio zero e controlli sul 100% del grano importato”. “Chiederemo conto ai nostri rappresentanti nel Parlamento perché si mettano in pratica i 5 punti che abbiamo presentato in campagna elettorale”, dice il direttore di Coldiretti Cagliari, Luca Saba.