Ancora in piazza, a un anno dal primo sciopero dell’1 giugno 2017 e a sei mesi da quello del 5 dicembre, per chiedere parità di trattamento a livello contrattuale con gli altri dipendenti della Regione.
Sono i lavoratori di Forestas, circa trecento davanti al palazzo del Consiglio regionale, che oggi aderiscono allo sciopero proclamato dai sindacati autonomi Confederdia e Sadirs. In tutto i dipendenti dell’agenzia sono 5.300: di questi 1.300 sono semestrali, 400 tra quadri e dirigenti, gli altri sono operai a tempo indeterminato ma assunti con contratto privatistico, lo stesso che disciplina il lavoro dei braccianti agricoli. La mobilitazione cade in piena campagna antincendi, e non è un caso.
“Vogliamo che l’agenzia ci metta nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro nel migliore dei modi”, spiega Alessio Saba di Confederdia, in un’assemblea improvvisata sotto i portici del palazzo.
“I lavoratori di Forestas hanno paura che ci sia una campagna contro il fuoco organizzata al ribasso perché gli operai sono sempre meno e sempre più anziani, come i mezzi a disposizione, del resto – osservano i due sindacati – I territori, intanto, sono già in allarme, non solo per la scarsissima prevenzione messa in campo attraverso Forestas, ma anche per l’invasione del fieno che presto, seccandosi dopo le piogge di aprile e maggio, lascerà una quantità eccezionale di combustibile mai vista prima d’ora”.
C’è una proposta di legge per l’armonizzazione dei contratti dei dipendenti depositata da un anno. “Oggi – dice Alberto Atzori di Sadirs – vogliamo capire quali siano le reali intenzioni dei capigruppo in proposito, e se non dovesse cambiare nulla siamo disposti a proseguire la protesta anche in forme diverse”. Intanto – cosa che non fa esultare i sindacati autonomi – nei giorni scorsi Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno sottoscritto col Coran, il Comitato per la rappresentanza negoziale della Regione, l’accordo per l’applicazione degli incrementi 2016-2018 sul minimo retributivo nazionale definito dal contratto collettivo.